In occasione della Giornata della Memoria, che quest’anno coincide con l’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, l’Associazione Terra del Fuoco Trentino – Treno della Memoria ha organizzato una serie di iniziative per riflettere sulle atrocità del passato e mantenere viva la memoria storica. Al centro del progetto, un viaggio che porterà 50 studenti trapanesi a Berlino e Cracovia, luoghi simbolo delle ferite inferte all’Europa dai regimi totalitari del Novecento.
Le attività sono iniziate ieri, 27 gennaio, con l’evento “Ricordate che questo è stato”, realizzato in collaborazione con il Comune di Misiliscemi. Oggi, domani e dopodomani (28, 29 e 30 gennaio), presso il Teatro “G. Pagoto”, circa 500 studenti assisteranno alla proiezione del film “La zona di interesse” di Jonathan Glazer. La visione sarà preceduta da un dibattito guidato dagli educatori del Treno della Memoria, dalla responsabile Valentina Colli, dal professor Salvatore Vultaggio e da don Salvatore Grignano. Il tema centrale sarà la “banalità del male”, concetto teorizzato dalla filosofa Hannah Arendt durante il processo al criminale nazista Adolf Eichmann, e i grandi temi del diritto internazionale introdotti dal processo di Norimberga.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno delle amministrazioni comunali di Erice, Paceco e Misiliscemi, oltre che alla sensibilità di alcuni rappresentanti del territorio, tra cui l’avvocato S. Giudici, V. Scontrino, L. Mazzamuto e Maria Pia Zichichi (Assessore di Custonaci), e dell’Associazione “Simona Genco”, che hanno contribuito con borse di studio per gli studenti partecipanti.
Il viaggio del Treno della Memoria avrà inizio l’11 febbraio, con tappe significative come i campi di concentramento di Ravensbrück e Auschwitz. Ma, come sottolineano gli organizzatori, il Treno della Memoria non è solo un viaggio fisico: è un pellegrinaggio laico che lascia un segno indelebile in chi vi partecipa. «Chi sale sul Treno non ne scende più – spiegano i volontari – e si assume una responsabilità morale enorme: diventare testimoni dei testimoni, affinché queste atrocità non restino solo una pagina di storia, ma siano un monito per le generazioni future».
L’obiettivo è chiaro: non dimenticare. Perché, come ricordano gli organizzatori, «quando anche l’ultimo dei sopravvissuti non ci sarà più, sarà compito di tutti noi fare in modo che quello che è stato non debba più accadere. Affinché l’odio non domini mai il nostro linguaggio, il nostro agire, il nostro cuore».
Un impegno che va oltre la commemorazione, trasformandosi in una missione educativa e civile per costruire un futuro in cui la memoria sia strumento di pace e giustizia.