È stata ammessa alla partecipazione nel giudizio presso la Corte Costituzionale l’opinione dell’Associazione àKasa, riconosciuta nella qualità di Amicus curiae. La questione in esame riguarda la legittimità costituzionale dell’art. 2, comma 3, della legge regionale siciliana del 30 aprile 1991, n. 15, che ha introdotto retroattivamente il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia.
L’Associazione àKasa, guidata dalla presidente Valentina Calvino, si batte da oltre un decennio contro questa norma, ritenendola incostituzionale per la sua applicazione retroattiva. "Dieci anni fa abbiamo fondato l’Associazione àKasa con l’obiettivo di approdare al massimo organo di giustizia italiano", ha dichiarato Calvino. "Eravamo convinti dell’ingiustizia di questa norma e nonostante le difficoltà non abbiamo mai smesso di lottare".
Calvino ha sottolineato il lungo e difficile percorso per far emergere quella che definisce "una storia amministrativa tutta siciliana". L’Associazione ha raccolto prove e documenti per dimostrare come la Regione e i Comuni abbiano applicato in modo discriminatorio il vincolo di inedificabilità.
Secondo quanto riportato, molti Comuni siciliani non solo non avrebbero rispettato il divieto di costruzione entro i 150 metri dalla battigia, ma avrebbero continuato a rilasciare concessioni edilizie, approvando deroghe e realizzando infrastrutture pubbliche all’interno della fascia soggetta al vincolo.
Ancora più gravi, secondo àKasa, sarebbero le misure repressive adottate contro i cittadini, come la demolizione degli immobili o l’acquisizione al patrimonio pubblico. "Abbiamo dimostrato che queste misure non perseguono scopi di tutela ambientale o paesaggistica, ma piuttosto fini meramente economici", ha spiegato la presidente. Tra le prove presentate, vi sarebbero richieste di indennizzi e casi di riuso o vendita degli immobili confiscati.
La questione approda alla Corte Costituzionale
L’udienza pubblica, che si terrà il 25 marzo 2025, rappresenta un momento cruciale per i ricorsi rimessi dal Consiglio di Giustizia Amministrativa Siciliana alla Corte Costituzionale. L’Associazione àKasa confida che il proprio contributo come Amicus curiae sarà determinante per fornire agli "Ermellini" una visione completa della complessa vicenda.
"Siamo certi che i contenuti della nostra opinione saranno d’aiuto non solo alla Corte, ma anche a tutti i cittadini coinvolti da questa ingiustizia", ha concluso Valentina Calvino, rinnovando l’impegno dell’Associazione nella difesa dei diritti dei cittadini e nella tutela della trasparenza amministrativa.
Un precedente importante per la giustizia costituzionale
La vicenda solleva importanti interrogativi sul rapporto tra legislazione regionale, gestione territoriale e diritti dei cittadini. Se la Corte Costituzionale dovesse accogliere le istanze dell’Associazione, potrebbe stabilire un precedente significativo per evitare l’applicazione retroattiva di norme che incidono su diritti fondamentali e sulla gestione del territorio. L’Associazione àKasa resta in attesa, insieme ai tanti cittadini coinvolti, del pronunciamento della Corte, che potrebbe rappresentare una svolta storica nella giurisprudenza italiana.