Un deputato regionale è quattro volte più ricco di un trapanese medio
Un deputato regionale è quattro volte più ricco di un trapanese medio. La provincia di Trapani è costantemente in fondo alle classifiche Istat sui redditi medi pro capite, insieme alle altre province siciliane e del Sud Italia. Ma per i deputati regionali le cose vanno meglio.
Il divario economico tra i cittadini della provincia di Trapani e i loro rappresentanti all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) emerge chiaramente dalle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024, relative all’anno fiscale 2023. Un cittadino della provincia di Trapani, con differenza da comune a comune, dichiara un reddito annuo di 19.348 euro in media, mentre un deputato regionale in Sicilia arriva a 82.360 euro, più di quattro volte tanto. Per i deputati regionali eletti nel Trapanese, il reddito medio è leggermente inferiore, attestandosi a 70.255 euro, ma resta comunque molto distante dalla media dei cittadini che rappresentano.
I deputati regionali più ricchi
Tra i deputati regionali siciliani spiccano alcune figure con redditi particolarmente elevati. Cateno De Luca guida la classifica con 710.193 euro dichiarati, seguito da Nicola D’Agostino con 226.005 euro e Gianfranco Micciché con 191.275 euro.
Anche tra i deputati regionali trapanesi si registrano redditi molto superiori alla media provinciale. Stefano Pellegrino dichiara 138.263 euro, seguito da Dario Safina (90.203 euro) e Mimmo Turano (82.071 euro). Più contenuti, invece, i redditi dichiarati da Giuseppe Bica (20.574 euro) e Cristina Ciminnisi (20.168 euro, relativi però al 2022, dichiarati nel 2023). Questo dimostra un’ampia eterogeneità tra i rappresentanti del territorio, pur restando la loro media nettamente superiore a quella della popolazione generale.
Le disuguaglianze economiche in Italia: il rapporto Oxfam
I dati sui redditi dei deputati siciliani si inseriscono in un quadro di crescente disuguaglianza economica a livello nazionale, come evidenziato dal rapporto Oxfam 2025. Il documento sottolinea come il 10% più ricco delle famiglie italiane possieda oltre otto volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Questo divario si è ampliato costantemente negli ultimi quattordici anni: dal 52,5% del 2010, la quota di ricchezza detenuta dal 10% più ricco è salita al 59,7% nel 2024. Nello stesso periodo, la quota del 50% più povero è scesa dal 8,3% al 7,4%.
Questa concentrazione della ricchezza è ancora più evidente considerando che il 5% più ricco detiene quasi la metà (47,7%) della ricchezza nazionale. Ancora più ristretto è il gruppo dello 0,1% più abbiente, che ha visto crescere il proprio patrimonio del 70% tra il 1995 e il 2016, con rendimenti sui patrimoni quasi doppi rispetto a quelli del restante 90% degli italiani.
Povertà e stagnazione salariale
Il rapporto Oxfam evidenzia anche come in Italia la povertà assoluta abbia raggiunto livelli preoccupanti: nel 2023, 5,7 milioni di individui (2,2 milioni di famiglie) vivevano in condizioni tali da non poter acquistare beni e servizi essenziali. L’incidenza della povertà assoluta è rimasta invariata al 9,7%, con un aumento lieve ma significativo a livello familiare, dall’8,3% all’8,4%. Questo scenario si è aggravato a causa dell’inflazione e della contrazione del potere d’acquisto, nonostante un’apparente ripresa occupazionale.
Il mercato del lavoro italiano soffre ancora di debolezze strutturali. I salari medi reali non sono cresciuti significativamente negli ultimi trent’anni, e tra il 2019 e il 2023 il salario reale ha subito una contrazione di oltre 10 punti percentuali a causa dell’inflazione. Questo ha reso ancora più evidente il divario tra le retribuzioni e il costo della vita, aggravando la precarietà e la discontinuità lavorativa, soprattutto tra giovani e donne.
Per chi sta già pensando a viaggi, spostamenti e vacanze, c’è una buona notizia: Autoservizi Salemi ha pubblicato la nuova programmazione estiva ed è già possibile acquistare i biglietti.
Gli orari aggiornati,...
Mezzo chilo di pane? Due euro.
A partire dal 2 maggio 2025, il prezzo del pane a Marsala subirà un aumento, passando dagli attuali 3,60 euro al kg a 4 euro al kg. Il rincaro, che potrebbe estendersi anche ad altri comuni della...
Negli ultimi anni la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui le aziende gestiscono le comunicazioni interne ed esterne. Uno degli sviluppi più interessanti, in questo ambito, è il centralino VoIP, il quale ha sostituito...
Quasi un siciliano su due è indebitato. È il quadro che emerge da un recente studio di KRUK Italia, secondo cui il 51.4% della popolazione siciliana è oggi alle prese con uno o più debiti. Mutui, spese quotidiane, cure...
Disponibile anche per il 2025 il contributo sotto forma di credito di imposta fino al 60% (80% per il settore agricolo) a favore delle imprese che effettuato investimenti nella zona economica speciale unica che ricomprende le seguenti regioni:...