Il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’impugnazione di due leggi regionali della Sicilia, tra cui quella riguardante le variazioni di bilancio per il triennio 2024-2026, sollevando questioni legate alla copertura finanziaria. La decisione è stata resa nota attraverso un comunicato diffuso da Palazzo Chigi il 14 gennaio.
Nel dettaglio, su proposta del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, il Cdm ha esaminato 25 leggi regionali, deliberando di impugnare:
La legge n. 27 del 18 novembre 2024, intitolata “Disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia. Modifiche di norme”. Alcune delle sue disposizioni sono state ritenute in contrasto con gli articoli 1, 3, 5 e 114 della Costituzione, violando principi fondamentali legati all’ordinamento e all’autonomia degli enti territoriali.
La legge n. 28 del 18 novembre 2024, riguardante le “Variazioni al Bilancio di previsione della Regione per il triennio 2024-2026”. Questa normativa, eccedendo le competenze statutarie, è stata considerata in conflitto con la normativa statale in materia di coordinamento della finanza pubblica, violando l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione, oltre che l’articolo 81, terzo comma, relativo alla copertura finanziaria.
La decisione del Governo di procedere con l’impugnazione evidenzia la necessità di garantire il rispetto dei principi costituzionali e del quadro normativo nazionale anche a livello regionale. Tali iniziative, soprattutto nel contesto della gestione finanziaria e dell’urbanistica, sottolineano la centralità del coordinamento tra Stato e Regioni, al fine di evitare conflitti normativi e tutelare i principi fondamentali dell’ordinamento.