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13/01/2025 06:00:00

Medici in fuga dal SSN: troppi licenziamenti, il sistema sanitario al collasso

 Boom di licenziamenti di medici che decidono di diventare gettonisti. E’ questa l’ennesima piaga che affligge la Sanità italiana, cinque mila medici hanno lasciato nel 2023, stesso numero nel 2024, trenta le cooperative che si occupano di piazzare i gettonisti.

La spesa
Utilizzare nelle strutture pubbliche i gettonisti significa far lievitare la spesa pubblica, c’è in ballo oltre il miliardo di euro, una voce di spesa che raddoppia di anno in anno e che è destinata a crescere. I gettonisti guadagno fino al 30% in più rispetto ad un medico di struttura pubblica vincolato da un contratto con l’azienda sanitaria. Un fenomeno in crescita perché gli ospedali sono senza medici e la macchina è bloccata. In tutta Italia mancano 15mila medici e 60mila infermieri.

Lo studio di Gimbe
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha elaborato i numeri: “Se la spesa per il personale fosse stata mantenuta ai livelli del 2012 non avremmo perso 28,1 miliardi di euro negli ultimi 11 anni, un sacrificio che ha colpito duramente i professionisti del Ssn. La crisi è il risultato di errori di programmazione, definanziamenti e dinamiche che hanno scoraggiato i professionisti dal continuare a lavorare nel Ssn, rendendo urgente un rilancio delle politiche per il personale. Un altro segnale di allarme arriva dalla crescita esponenziale della spesa per i cosiddetti "gettonisti", medici e altri professionisti reclutati attraverso agenzie o cooperative, i cui costi sono contabilizzati come spese per beni e servizi. Tra gennaio e agosto 2023, questa spesa ha toccato i 476,4 milioni di euro, il doppio rispetto all’anno precedente”. Cartabellotta ha poi aggiunto: "Le Regioni si trovano impossibilitate ad aumentare la spesa per il personale dipendente a causa dei tetti imposti, alimentando così il ricorso a contratti esterni. La carenza di personale sanitario ha generato conseguenze evidenti: liste d’attesa interminabili, pronto soccorso sovraffollati e difficoltà nel trovare medici di base sono solo alcune delle problematiche che affliggono il sistema”.

Le misure del Ministro Schillaci
Un tetto all’utilizzo dei gettonisti è stato già previsto dal Ministro alla Salute, Orazio Schillaci. Sarà possibile chiamarli solo in caso di urgenza, in unica soluzione e senza possibilità di proroga. Tetto pure al compenso: 85 euro all’ora per i gettonisti di Pronto Soccorso e rianimazione, 75 euro per i medici di altri reparti.

La questione Sicilia
Dopo le varie ispezioni, e le morti accadute al Villa Sofia di Palermo, cadono le prime teste. Si è dimesso il direttore sanitario Aroldo Gabriele Rizzo, sono 70 i dirigenti medici che hanno chiesto che le dimissioni vengano respinte: “Desideriamo esprimergli la nostra solidarietà e sottolineare pubblicamente l’impegno e la dedizione che il dr Rizzo ha profuso nel garantire la salute e il benessere della comunità, nonostante le sfide strutturali e organizzative che il nostro sistema sanitario ci costringe ad affrontare quotidianamente. Sotto la sua guida sono stati adottati protocolli e misure che hanno contribuito a salvare vite umane e a contenere gli effetti devastanti della pandemia e ciò è avvenuto a dispetto delle inveterate carenze strutturali alle quali la politica ha spesso stentato a dare risposte”.


L’intervento di Cimo

Il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore nel suo comunicato ha espresso profonda amarezza per quanto sta accadendo: “Tutti gli operatori sanitari dei due ospedali cittadini oggi additati come una delle peggiori realtà sanitarie esistenti, con un’esposizione mediatica negativa mai registratasi prima d’ora. “Subito dopo il blitz di Schifani - continua Bonsignore - è arrivata la notizia del decesso per polmonite di un paziente in attesa di intervento chirurgico per una frattura alla spalla e che proprio per la patologia concomitante non era più stato operato. Immediatamente, il Presidente Schifani ha tuonato di essere in cerca dei responsabili, anche se allo stato non è stata acclarata nessuna colpa medica per il decesso del paziente e ci vorrà del tempo per poterlo accertare, però intanto si cercano i colpevoli. La notizia ha fatto il giro dei canali di informazione anche fuori Regione scatenando una vera e propria gogna mediatica e, quando il popolo è assetato di sangue, il potere deve accontentarlo, deve dargli il capro espiatorio che a quanto pare oggi è stato identificato nel Direttore Sanitario…Non possiamo che dissentire profondamente da come questa vicenda sia stata gestita dalla politica regionale che oltretutto sta finendo per determinare un ulteriore incrinatura della già scarsa fiducia dei cittadini nei confronti della sanità pubblica siciliana e una crescente demotivazione di un’intera categoria che già prima di questi episodi era poco attratta dal lavoro nelle Aree di emergenza e nelle discipline chirurgiche e che da domani lo sarà ancora meno. Se qualcuno ha in mente di finire di sgretolare il sistema sanitario pubblico - conclude Bonsignore - ci stiamo avvicinando a grandi passi all’obiettivo finale”.

L’ordine dei medici di Trapani

Filippo Mangiapane, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Trapani, accende i riflettori sulle criticità che affliggono il sistema sanitario e sul disagio sempre più evidente vissuto dai medici: “La carenza di personale negli ospedali e sul territorio è ormai insostenibile. Una volta lavorare nel pubblico era il sogno di ogni medico, anche per il prestigio che ne derivava. Oggi non è più così. Il nostro SSN non è più attrattivo come una volta. I colleghi sono costretti a turni asfissianti che non solo compromettono la qualità della vita privata, ma hanno inevitabili ripercussioni anche sul servizio offerto ai pazienti”. Un altro fronte critico è rappresentato dalle aggressioni, fisiche e verbali, ai danni degli operatori sanitari, un fenomeno che si registra con preoccupante frequenza soprattutto nei pronto soccorso e nelle guardie mediche: “L’aumento delle violenze nei confronti del personale sanitario è un problema che richiede interventi urgenti,” avverte Mangiapane.

L’appello dell’ordine: “I concorsi si fanno, ma i colleghi preferiscono lavorare altrove. Il problema è complesso e richiede un ripensamento delle condizioni di lavoro e della valorizzazione della professione medica,” evidenzia Mangiapane. Inoltre, l’Ordine sollecita misure di sicurezza per tutelare gli operatori sanitari e campagne di sensibilizzazione per ripristinare la fiducia tra medici e pazienti.

Schifani e la buona Sanità Il Presidente della Regione parla di buona Sanità, una donna di 96 anni è stata operata con tempestività e dimessa in 5 giorni: “ Questo esempio di efficienza deve ispirarci a migliorare ovunque sia necessario”.

 

 

 

 

 



EA2G | 2024-12-23 14:54:00
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