Non si poteva più rimandare. Da un po’ di giorni l’imboccatura del porto di Marinella di Selinunte è stata letteralmente chiusa da un muro di posidonia. L’estrema difficoltà nella navigabilità, già fortemente compromessa da tempo, si è trasformata nella totale impossibilità per i pescatori di entrare e uscire con le loro barche. L’amministrazione comunale ha dunque sollecitato l’intervento della Regione Siciliana e i lavori di bonifica sono iniziati due giorni fa.
Al momento c’è un mezzo meccanico (della Cosmac, che si è aggiudicata i lavori) che da terra sta cercando di tirare su quanta più posidonia possibile, ma tra qualche giorno dovrebbe arrivare un mezzo anfibio per bonificare le aree più centrali.
“Somma urgenza”. Ma si tratta degli stessi lavori di rimozione promessi ad un tavolo tecnico nell’aprile del 2023, per un intasamento (l’ennesimo) avvenuto all’inizio di quell’anno. È l’intervento da 200 mila euro, che i pescatori speravano potesse avvenire da un momento all’altro, ma hanno dovuto aspettare. Aspettare la delibera regionale nell’ottobre successivo. Aspettare l’estate. Anzi due.
La solita attesa, di questa somma urgenza al rallenty, sullo sfondo degli intramontabili auspici di riprogettazione del nuovo porto, tra planimetrie, posti barca per i pescatori e per i diportisti, la possibilità per i turisti venuti dal mare di poter visitare l’incantevole borgata…
E intanto nel corso degli anni, bonifica dopo bonifica, con i soldi spesi il nuovo porto lo si sarebbe potuto costruire davvero. Da decenni, i pescatori ripetono la stessa cosa: allungare il molo di ponente, in modo da impedire l’ingresso della posidonia (e della sabbia). Ma le soluzioni tentate sono state molto diverse e tutte fallimentari: 86 mila euro per creare un buco nel molo dal quale la posidonia sarebbe dovuta uscire (invece entrava a che da lì), 30 mila euro per una saracinesca da alzare e abbassare secondo le correnti, 12 mila euro per modificarla, visto che si fermava a pelo d’acqua senza arrivare fino in fondo.
Adesso, pare che anche l’ingegnere Giancarlo Teresi, dell’assessorato alle Infrastrutture, stia considerando l’ipotesi di allungare quel molo. A Castelvetranonews ha annunciato di lavorare ad uno studio di fattibilità “che porterebbe senz’altro a dei benefici”.
Quando? Bisogna aspettare. Ovvio.
Intanto, la bonifica. E non è detto che l’importo previsto di 200 mila euro possa essere sufficiente. Sì, perché quando è stato determinato, la posidonia era un po’ meno, mancava il muro all’imboccatura.
Qualcuno dirà che non ha senso bonificare all’inizio di gennaio, col rischio che a febbraio o marzo qualche altra mareggiata di scirocco possa vanificare tutto il lavoro.
Invece il senso ce l’ha eccome: permettere alla marineria di poter lavorare. Dare loro ossigeno.
Un ossigeno simile a quello che è venuto a mancare ai pesci che vivono nelle acque del porto (muletti, spigole…) a causa di questo muro di posidonia.
Ce lo ha raccontato Nino Coppola, uno dei pescatori della borgata: “Sono morti 100 chili di pesci, qui dentro, boccheggiavano. Con dei secchi abbiamo cercato di buttarne dall’altra parte quanti più possibile. E’ una cosa che ci ha amareggiato molto”.
Egidio Morici