Un uomo di 48 anni, di cui per ora si conoscono solo le iniziali, G.M., si è impiccato nella sua casa di Palermo perché non avrebbe retto ai ricatti della figlia di 16 anni e del fidanzato di 17, andate avanti per tre mesi. I due sono accusati di estorsione aggravata e istigazione al suicidio.
Lui, oggi maggiorenne, è in cella nel carcere minorile Malaspina di Palermo, lei in una comunità a Catania. L’udienza preliminare si terrà il 26 marzo. Il suicidio è avvenuto l’anno scorso. Il conflitto familiare verteva su una eredità di 10 mila euro della madre, morta di tumore nel 2023.
La ragazza ha iniziato a reclamare la sua parte (gli altri 5 mila erano andati al fratello), chiedendo insistentemente quei soldi al padre per le sue necessità, perché nel frattempo, a 15 anni, era rimasta incinta. Le richieste di denaro erano accompagnate dalla minaccia di screditare il padre come genitore.
Schiacciato dalle continue pressioni e dalle difficoltà economiche, G.M. si è tolto la vita. La tragedia ha avuto ripercussioni devastanti anche sulla madre dell’uomo, considerata parte offesa nel procedimento.
La figlia della ragazza, che nel frattempo ha partorito, è ora provvisoriamente affidata a un tutore dal tribunale minorile.