L’aria che tira nel Partito Democratico non è un leggero venticello, rischia di trasformarsi in uno tsunami. Sono sedici i componenti che hanno sottoscritto un documento indirizzato alla segretaria nazionale Elly Schlein.
La richiesta avanzata, viste le emorragie, le dimissioni, le faide interne, è quella di annullare l’assemblea di sabato 11 gennaio e di fermare il percorso che porta al congresso regionale.
Lo scontro è anche sulla modalità di accesso al voto, per una parte del partito devono votare solo i tesserati, per altri bisogna andare nelle piazze, tra gazebo e primarie.
Quello che accadrà è imprevedibile, c’è di fatto un braccio di ferro tra l’aria della segretaria Schlein, quella di Stefano Bonaccini, e quella ancora di Matteo Orfini.
La marcia dei 16
A firmare il documento sono stati Giuseppe Lupo, Anna Maria Furlan, Michele Catanzaro, Fabio Venezia, Ersilia Severino, Calogero Leanza, Tiziano Spada, Mario Giambona. Accanto ai rappresentanti istituzionali ci sono i firmatari: Domenico Venuti, Antonio Rubino, Pietro Bartolo, Eleonora Sciortino, Teresa Piccione, Marco Guerriero, Felice Calabrò.
Nessuna tregua armata e pronti a dare battaglia al segretario uscente Anthony Barbagallo.
Una fronda
Il documento chiede essenzialmente di rinunciare all’assemblea di sabato, convocata, dicono, a mezzo social. Il rischio è di arrivare alla convocazione con eccessivi malumori, quindi spaccare ancora di più quel che resta di un partito siciliano in brandelli. L’obiettivo è non fare riconfermare alla guida dei dem l’uscente Barbagallo, che vanta tessere e numeri. Se fossero primarie aperte è chiaro che l’area avversaria avrebbe spazio di manovra.
L’attacco a Barbagallo non porta la firma dei deputati Dario Safina, Antonello Cracolici, Nello Di Pasquale.
Obiettivo: trattare
L’area siciliana, che fa capo a Stefano Bonaccini e a Matteo Orfini, con il documento sostanzialmente mira a trattare la fase congressuale, pare che non abbiano i numeri per poterlo vincere, dunque la carta da giocare è quella di trattare per avere posizioni dirigenziali valide. La scelta del gruppo dirigente regionale e del segretario saranno fondamentali per la creazione poi delle prossime liste per le nazionali e regionali. E’ su questo che le correnti hanno preso di mira la leadership siciliana. Nel documento, infine, la chiosa: nell’eventualità in cui l’assemblea si terrà ugualmente “Saremo costretti a presentare nuove e urgenti osservazioni alla commissione di garanzia”.
Da fonti romane trapela, intanto, un certo dissenso da parte della segretaria Schlein, per come la questione Sicilia stia tenendo banco sui giornali, proprio adesso che i dem iniziavano a crescere.