Il governo italiano ha accolto la proposta del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, per salvare centinaia di lavoratori Almaviva, una delle principali aziende italiane nel settore dei call center, da una crisi che dura ormai da anni. L’accordo raggiunto proroga la cassa integrazione al 100% per 494 dipendenti, evitando licenziamenti immediati, ma solleva interrogativi sul futuro dei lavoratori una volta scaduto il provvedimento.
La proroga della cassa integrazione
La cassa integrazione, inizialmente prevista fino al 31 dicembre 2024, sarà estesa al 31 luglio 2025. Tuttavia, questa misura, concordata durante un incontro tra il governo e l’amministrazione regionale siciliana, rappresenta un intervento temporaneo: non sarà possibile un’ulteriore proroga, secondo gli accordi presi.
Dei 494 lavoratori coinvolti, 394 operano nelle sedi Almaviva in Sicilia, tra Palermo e Catania. Tra questi, 130 saranno impiegati in un nuovo progetto che punta a rafforzare il sistema sanitario pubblico.
Un nuovo call center sanitario in Sicilia
La Regione Sicilia ha ottenuto dal governo l’approvazione per aprire un nuovo call center al servizio della sanità pubblica. Il centro, finanziato con 30 milioni di euro, gestirà il numero unico 116/117 dedicato a cure non urgenti. Questo progetto mira a diventare operativo entro i primi sei mesi del 2025, con sedi a Palermo e Catania, offrendo un’opportunità lavorativa a 130 dipendenti Almaviva.
Il futuro incerto degli altri lavoratori
Nonostante i progressi, rimane irrisolto il destino dei 264 lavoratori siciliani esclusi dal nuovo progetto e dei 100 dipendenti di altre regioni. I sindacati hanno sollecitato la Regione Sicilia e le altre amministrazioni locali a sviluppare ulteriori soluzioni per questi lavoratori.
Le radici della crisi di Almaviva
Almaviva è stata una pioniera nel settore dei call center in Sicilia, aprendo le sue sedi nei primi anni Duemila. Tuttavia, il declino del settore è iniziato quando le grandi aziende committenti hanno preferito appalti a basso costo, riducendo i margini per i call center.
La crisi ha subito un colpo decisivo con la chiusura del numero di pubblica utilità 1500 alla fine del 2022. Questo servizio, avviato nel marzo 2020 per gestire l’emergenza sanitaria Covid-19, impiegava oltre 500 operatori, molti dei quali siciliani. Almaviva, che durante la pandemia aveva riassegnato dipendenti ad altre commesse, ha subito gravi conseguenze quando il servizio è stato dismesso.
La proroga della cassa integrazione e l’avvio del nuovo progetto sanitario rappresentano una boccata d’ossigeno per i lavoratori Almaviva in Sicilia, ma non risolvono il problema alla radice. È essenziale che il governo, le regioni e i sindacati lavorino insieme per trovare soluzioni durature, garantendo stabilità ai lavoratori e prevenendo ulteriori crisi nel settore dei call center.