La prima sezione della Cassazione ha posto fine alla lunga vicenda giudiziaria che riguardava il boss ergastolano Antonino Madonia, esponente di vertice del mandamento mafioso di Porta Nuova. Con una decisione definitiva, i giudici hanno rigettato l'istanza del mafioso, negandogli la possibilità di ottenere un permesso premio.
Una sentenza che chiude anni di rinvii
Madonia, 62 anni, in carcere da 26, aveva avanzato la richiesta di permesso premio già da diversi anni. Dopo due annullamenti con rinvio da parte di diverse sezioni della Cassazione, il collegio presieduto da Stefano Aprile ha confermato quanto già stabilito dal tribunale di Sorveglianza di Ancona: il boss non ha diritto a lasciare il carcere, nemmeno per un breve periodo.
Le motivazioni della sentenza sono chiare. Madonia non ha mai collaborato con la giustizia, né ha intrapreso alcuna iniziativa per risarcire le vittime dei reati da lui commessi. Inoltre, il mandamento mafioso di Porta Nuova, cui apparteneva e in cui ricopriva un ruolo di vertice, risulta essere ancora attivo.
Il percorso del rigetto
La richiesta di Madonia era stata inizialmente respinta dal tribunale di Sorveglianza di Ancona, ma la Cassazione aveva successivamente annullato il provvedimento, evidenziando contraddizioni nelle motivazioni e ordinando ulteriori accertamenti. Tuttavia, anche dopo i nuovi approfondimenti, il tribunale aveva nuovamente negato il permesso nel maggio 2023.
Nell'ultima decisione, la Cassazione ha dichiarato che il tribunale ha colmato tutte le lacune precedentemente evidenziate, acquisendo le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia (Dna), della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Palermo e del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. La motivazione stilata dai giudici è stata definita “congruente, lineare e priva di contraddittorietà”, confermando il rigetto dell'istanza.
Le motivazioni alla base del diniego
Gli atti acquisiti mostrano che:
- Madonia non ha mai collaborato con la giustizia.
- Non ha intrapreso alcuna iniziativa risarcitoria nei confronti delle vittime.
- Il mandamento mafioso di Porta Nuova, di cui faceva parte, è ancora operativo.
- Non è emersa alcuna rescissione dei legami del condannato con il clan mafioso.
- Il parere del carcere in cui è detenuto è stato nettamente sfavorevole, non prevedendo alcuna ipotesi di trattamento esterno.
Un caso simbolico
La sentenza sul caso Madonia giunge mentre un altro ergastolano di Cosa nostra, Raffaele Galatolo, ha ottenuto il permesso di trascorrere le festività natalizie nel suo quartiere, l’Acquasanta. Questo confronto evidenzia come il percorso di ogni detenuto sia valutato caso per caso, seguendo principi che bilanciano il diritto al trattamento e il dovere di garantire la sicurezza pubblica.
Con questa decisione, la Cassazione ha ribadito che, in assenza di pentimento, risarcimento o distacco dai legami mafiosi, non possono esserci concessioni di libertà, anche temporanee, per i boss di Cosa nostra.