di Katia Regina - Asparo, Badassano e Miccione (così li chiamava mia nonna) sono già in cammino. Non sappiamo di preciso da quanto tempo, ma viste le difficoltà che potrebbero incontrare in questo periodo storico, direi almeno da diversi mesi. Per agevolarli forniremo loro un bel navigatore satellitare di ultima generazione, un dispositivo che si aggancia alla rete di Starlink. Gaspare inserisce come destinazione la Palestina, ma il sistema risponde con un lapidario: paese inesistente. In qualità di sacerdoti zoroastriani non possono essersi sbagliati! Buttano il navigatore imprecando in aramaico moderno, e continuano il cammino fiduciosi, perché si sa, i Magi sono ostinati e pazienti.
Attraversano l'Iran e incontrano solo uomini, le donne sembra che siano sparite in quella regione triste. Appena mettono piede in Iraq, la situazione si complica. I tre saggi, con le loro barbe fluenti e gli abiti sgargianti, non passano inosservati, vengono scambiati per pericolosi clandestini. Documenti, prego!, intima un soldato con aria minacciosa: cosa portate? Droga? Esplosivi? L'incenso e l'oro vengono sequestrati immediatamente. La mirra viene scambiata per hashish dagli agenti in divisa, anche perché, diciamolo, chi ha mai visto veramente la mirra. I Magi cercano di spiegare la loro missione, ma vengono presi per trafficanti e imprigionati in un Centro per il rimpatrio.
Corrompono una guardia, offrendo uno dei loro preziosi mantelli e riescono finalmente a fuggire. Entrano in Siria. Qui, il paesaggio è desolante: città distrutte, strade bombardate, profughi in fuga. Improvvisamente, un bagliore illumina il cielo notturno. Ecco la stella cometa! esclama Gaspare. Ma Baldassarre, più attento, scuote la testa: ma quando mai? Quella è una bomba al fosforo bianco di produzione russa!
In Giordania vengono scambiati per turisti e costretti a partecipare a un safari nel deserto. In Cisgiordania, vengono bloccati da un muro altissimo. Ma non doveva essere la Terra Promessa? si chiede Melchiorre, sconcertato.
Giunti a destinazione, i tre Re Magi si ritrovano di fronte a un paesaggio desolato, segnato dalla guerra. Case distrutte, strade dissestate e, soprattutto, bambini sofferenti, scalzi e infreddoliti che si attaccano ai loro mantelli elemosinando qualcosa da mangiare. Dinnanzi a tanto orrore Melchiorre dice: altro che oro incenso e mirra, qui servono coperte, cibo e medicinali...
Melchiorre, Gaspare e Baldassarre si guardano negli occhi, smarriti e profondamente turbati. Giungono nella grotta della natività, si inginocchiano dinanzi a una giovane Donna che allatta il suo Bambino, accanto a Lei un uomo che non dice nulla, guarda sua moglie e il Bambino con occhi colmi di tenerezza.
Come andrà a finire questa storia lo sappiamo tutti, mi piace pensare che i Re Magi siano rimasti in quei luoghi giusto il tempo per organizzare una ONG, l'Epifania della fratellanza, il solo dono che avrebbe voluto quel Bambino.
Consigli per la lettura, giusto per bilanciare con qualcosa di estremamente serio, un articolo direttamente dal sito ufficiale dell'Opus dei