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30/12/2024 06:00:00

Il 2024 della politica a Marsala. Le pagelle: tanti bocciati

 L’anno 2024 per la città di Marsala è stato l’anno delle attese, tra un rimpasto di giunta e conferenze stampa per annunciare traguardi, non si registrano grandi cambiamenti.

Il roboante cambio di volto per la quinta città della Sicilia stenta a fare capolino, eppure il sindaco Massimo Grillo ha indicato il 2025 come l’anno della rinascita e della raccolta dei frutti seminati in questi anni difficili. E’ mancato e continua a mancare l’ordinario, le strade continuano ad essere piene di buche, l’asfalto si apre alle prime piogge, il verde pubblico non ha un piano nè di decoro nè di mantenimento.
Certo, sono stati anni difficili alle prese pure con una pandemia, ma quel cambiamento annunciato non è avvenuto, almeno fino ad adesso, e i cittadini sono delusi per la mancata realizzazione non di opere straordinarie ma per la vivibilità quotidiana. Non se ne fanno nulla di un ippodromo a Scacciazzo quando è impraticabile la litoranea o la vecchia via Mazara.


Una sorta di stagnazione amministrativa, seppure continuino a dire che ci saranno grandi novità ma quando un’Amministrazione non riesce a produrre cambiamenti tangibili, la frustrazione dei cittadini cresce, e con essa la sensazione che la politica locale non stia svolgendo il suo ruolo.
E’ possibile pure che ci sia stata una scarsa coesione tra i componenti della giunta oltre alla mancanza di un piano strategico chiaro e condiviso. Il risultato è sempre lo stesso: il Comune rimane ancorato a vecchie abitudini, senza saper affrontare le sfide del presente e del futuro.

Obiettivi non raggiunti
Le politiche pubbliche rimangono inefficaci, i progetti di sviluppo urbano, la gestione dei servizi, l’innovazione nei settori sociali ed educativi sono fermi.
Anche i servizi esistenti non hanno migliorato qualità della vita, la gestione dei trasporti pubblici, la manutenzione delle strade, la sicurezza urbana sono aspetti che sono andati incontro al degrado. Anche l'organizzazione degli uffici è drammatica. 
L’ Amministrazione non è riuscita in 4 anni a produrre quel cambiamento paventato nel programma elettorale, ha perso l'opportunità di attrarre anche talenti e risorse, tutto questo rallenta lo sviluppo economico e soprattutto non dà il senso di una comunità dinamica. Accade a Grillo quello che succede a molti sindaci, con la sindrome di concentrarsi troppo su progetti faraonici tralasciando quelli a breve termine.

Centrodestra in frantumi
Nei vari cambi di giunta in una cosa Grillo ha raggiunto il primato, ha saputo dividere e spaccare il centrodestra, quell’alleanza che lo ha portato a diventare Primo Cittadino. I conflitti interni poi nei vari partiti hanno portato alla mancanza di linea e di coesione. Le divisioni politiche hanno di fatto rallentato e indebolito la capacità di governo, e questo vale sia per i partiti in maggioranza, o pezzi di essi, sia per i partiti che sono usciti dalla maggioranza. La personalizzazione delle azioni ha portato a visioni miopi, che non hanno mai fatto il bene della città.

Il 2025
A gennaio si paventa un azzeramento della giunta, nuovo pit stop e altri cambi. C’è chi sale e chi scende, nel frattempo si cerca la quadra per tentare di non restare isolati nello scacchiere della politica nazionale e regionale.

Il consiglio comunale
In teoria il Consiglio è luogo di confronto, di discussione e di indirizzo oltre che di decisioni. Nella pratica oggi è diventato luogo di scontro costante, ha perso il ruolo di rappresentanza e di guida della città. E’ solo un corpo burocratico privo di visione. I consiglieri, salvo rare eccezioni, cercano posizioni di rilievo e anche postazioni per la prossima tornata elettorale. Più che aderenza ai valori di un partito è aderenza a singole istanze e alla bramosia di esserci maneggiando potere, la richiesta di postazioni questo significa.

Gruppi che si dicono civici nonostante ci sia qualcuno schierato nei partiti, ma non lascia il gruppo per non fare perdere la carica di capogruppo al collega, che altrimenti dovrebbe tornare al lavoro e possibilmente non in Sicilia. E’ il consiglio comunale dove si consumano tantissime commissioni consiliari, tutte pagate dai contribuenti. Mentre nelle sedute del Consiglio viene meno il numero legale, salvo richiedere sempre la presenza dell’Amministrazione. Seppure siedano tanti giovani a Palazzo VII Aprile non c’è stato alcun rinnovamento, i giovani esercitano la politica alla vecchia maniera. Non basta l’ingresso dei giovani nei luoghi del potere per aspettarsi un cambiamento, è necessario che i giovani portino con sé un’idea di politica diversa senza cadere nel rischio di un idealismo che non riesce a fare i conti con la realtà. Oggi il dibattito è indirizzato solo alla critica e alla invettiva senza alcuna soluzione fornita. Ma il dialogo tra maggioranza e opposizione dovrebbe essere costruttivo e mirato a trovare soluzioni condivise, piuttosto che a perpetuare conflitti sterili, senza nemmeno assumersi la responsabilità.


Del resto è molto facile criticare assai difficile fare, ma tra chi critica c’è pure chi ogni giorno varca i corridoi del palazzo comunale, le richieste ci sono e vengono pure esaudite. Diranno per il bene della città, di fatto è una campagna elettorale perenne. E poi ci sono i consiglieri che siedono lì non si sa da quanti anni, che sono pronti a spogliarsi di ogni responsabilità, a puntare il dito contro chi governa. Ma la domanda è: loro dove sono stati?

E allora sì, è un consiglio comunale da bocciare.
Se l’amministrazione e il Consiglio comunale non sono in grado di produrre cambiamenti positivi, è giusto chiedere un cambiamento radicale.

 

 

 



Native | 2024-12-28 08:00:00
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