Annullata, per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per Giancarlo Nicolò Angileri, 60 anni, uno dei diciassette arrestati nell’operazione antimafia condotta dalla Dda, all’alba dello scorso 16 dicembre, tra Marsala e Mazara del Vallo.
A disporre il ritorno in libertà di Angileri è stato, su richiesta dell’avvocato difensore Antonina Bonafede, il Tribunale del Riesame di Palermo, che ha, invece, confermato la custodia cautelare in carcere per il 52enne mazarese Ignazio Di Vita. Nei prossimi giorni, si terranno le udienze per gli altri indagati destinatari di misure cautelari che hanno proposto Riesame.
Oltre a Di Vita, in carcere sono stati rinchiusi Pietro Burzotta, di 65 anni, Aurelio Anzelmo, di 39, Alessandro Messina, di 42, fratello del presunto “reggente” della “famiglia” mazarese Dario Messina, Luigi Prenci, di 54, tutti di Mazara, e i cugini Domenico e Pietro Centonze, rispettivamente, di 49 e 55 anni, di Marsala. I due sono, a loro volta, cugini del capomafia ergastolano marsalese Natale Bonafede. Agli arresti domiciliari, invece, sono stati posti, oltre ad Angileri, tornato in libertà, Paolo Apollo, di 74, Vito Ferrantello, di 42, Giuseppe Prenci, di 27, di Mazara, Pietro Centonze, di 74 anni, Antonino Giovanni Bilello, di 61, Michele Marino, di 64, Giovanni Piccione, di 57, Massimo Antonio Sfraga, di 46, l’unico a rispondere al gip negli interrogatori di garanzia, e Gaspare Tumbarello, di 48, di Marsala. Obbligo di dimora, invece, per il mazarese Lorenzo Buscaino, di 63 anni. L’operazione ha smantellato il controllo mafioso delle aree rurali del versante sud del Trapanese. Nell’indagine anche un episodio di turbativa d’asta ad una vendita giudiziaria, nella quale, secondo l’accusa, sarebbe stato coinvolto anche Giancarlo Angileri.