Il Mediterraneo continua a svelare i suoi segreti, restituendo alla luce tesori sommersi che arricchiscono la nostra comprensione della storia antica. Come riportato da MarineCue, una scoperta clamorosa è avvenuta nei fondali del mare di Santa Maria del Focallo, nel Comune di Ispica, in Sicilia, dove un relitto risalente al VI-V secolo a.C. è stato individuato a soli sei metri di profondità.
Un ritrovamento straordinario
Sepolto sotto strati di sabbia e massi, lo scafo presenta una tecnica costruttiva “su guscio” con incastri a tenoni e mortase, che dimostra la sofisticata maestria nautica dell’epoca. Insieme al relitto, sono stati rinvenuti anche reperti di epoche differenti, tra cui quattro ancore litiche preistoriche e due ancore in ferro a “T” rovesciata, risalenti probabilmente al VII secolo d.C.
Questa mescolanza di manufatti di diverse epoche sottolinea l’importanza strategica di Santa Maria del Focallo come punto cruciale delle rotte marittime mediterranee. La scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione delle tecniche di navigazione dell’antichità, ma fornisce anche preziose informazioni sulle interazioni culturali e sui commerci che hanno attraversato questa regione per secoli.
Tecnologie all’avanguardia per esplorazioni subacquee
Il ritrovamento è stato possibile grazie a una campagna di scavi subacquei condotta dal Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine, in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. La ricerca si è avvalsa di tecnologie avanzate, come la fotogrammetria subacquea, che ha consentito di creare un modello tridimensionale dettagliato del relitto. Campioni di legno e altri materiali prelevati saranno ora sottoposti ad analisi approfondite per indagare ulteriormente sulle tecniche costruttive e sui materiali utilizzati in epoca antica.
Un progetto multidisciplinare
Questa scoperta si inserisce all’interno del Kaukana Project, un’iniziativa avviata nel 2017 che mira a ricostruire il paesaggio costiero e sommerso tra Ispica, Kaukana e Kamarina. Il progetto non solo contribuisce a far luce sulla storia marittima dell’area, ma punta anche a valorizzare il patrimonio sommerso, rendendolo accessibile sia agli studiosi sia al grande pubblico.
Grazie a queste scoperte, il mare continua a raccontare storie straordinarie che altrimenti sarebbero rimaste sepolte nelle profondità abissali.
Fonte: www.marinecue.it