Gaetano Galvagno, presidente dell’ARS, e Renato Schifani, presidente della Regione, avevano confermato che sarebbe stata una Finanziaria da cammino agevole anche in Aula, invece i franchi tiratori hanno rivoluzionato il cammino. L’aria che si respira tra la maggioranza non è buona, la miccia incendiaria è stato un emendamento del Pd, approvato nonostante il governo aveva dato parere negativo. Con la norma si spostano due milioni di euro. Il governo si era espresso con un no secco, nell’urna ci sono stati 34 voti favorevoli.
I franchi tiratori
Almeno 10 i deputati di maggioranza che hanno fatto passare l’emendamento del Partito Democratico. Il caos ha fatto sospendere la seduta e le frizioni non sono mancate tra esponenti della maggioranza. Consumato anche uno scontro tra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni.
Pontieri a lavoro
In molti hanno cercato di ricucire lo strappo, ma al rientro in Aula gli assessori di Forza Italia non hanno presenziano, a sedere tra i banchi del governo solo i meloniani. Assente Galvagno e anche Schifani.
E’ stato un Natale di trattative, si tornerà in ARS domani, 27 dicembre.
Le opposizioni
Per Michele Catanzaro, capogruppo dem, si tratta di una maggioranza irresponsabile: “È bastata l’approvazione di un emendamento del Pd all’articolo 11 della finanziaria per fare esplodere tutti i limiti e le contraddizioni di questo centrodestra irresponsabile, che invece di governare pensa solo a litigare. Mentre la maggioranza fuggiva, il gruppo del Partito Democratico con senso di responsabilità è sempre rimasto in aula, insieme con le altre forze di opposizione. Restiamo fermi sulla nostra posizione, se il governo intende presentare un maxiemendamento, si individuino poche norme di alto profilo per provare a dare risposte vere alle emergenze della Sicilia. Ci auguriamo che alla riapertura dei lavori, il 27 dicembre, prevalga il buonsenso”.
Per il capogruppo del M5S Antonio De Luca è prevalsa la ragione politica: “Schifani spieghi ai siciliani che la manovra non è stata esitata non per le barricate delle opposizioni contro una manovra, pur indecente, ma per colpa di un governo che non riesce a parlare con la sua maggioranza dentro la quale le spaccature sono evidentissime. É prevalsa la ragione politica sugli interessi dei siciliani”.
Non si è mosso dall’Aula Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord: “Abbiamo assistito a una situazione preoccupante: la maggioranza è in balia di quattro prezzolati. Mi dispiace dirlo, ma è la verità. Analizzando le votazioni, è evidente che sono mancati numeri importanti all’interno della stessa maggioranza, con una media di 10-12 franchi tiratori. Questo non è un segnale di crisi politica, ma di ricatto, di chi alza il prezzo nel momento in cui si accorge di avere potere contrattuale. Quando si assaggia il potere, c’è chi lo gestisce con statura e responsabilità e chi invece ne abusa. Il risultato è che le dinamiche in aula sono impazzite, causando un blocco che non è più gestibile. “Sospendere i lavori come è stato deciso, è una scelta che non abbiamo condiviso. Lo avevamo già detto nei giorni scorsi, ha affermato De Luca rivolgendosi alla. Presidenza dell’Assemblea, eravamo contrari a sospendere i lavori sabato e domenica, perché avevamo già colto i segnali di crepe all’interno della maggioranza. Ora il rischio è che alla ripresa dei lavori si ripresentino le stesse dinamiche di ricatto, creando ulteriori problemi. È necessario fare una seria disamina interna, perché questa situazione è sfuggita di mano. Come gruppo parlamentare, Sud Chiama Nord si era detto pronto stanotte a proseguire i lavori con responsabilità e trasparenza. Ma non possiamo dare dignità a chi, con atteggiamenti prezzolati, sta minando il funzionamento del Parlamento siciliano”.