È una giornata che molti marsalesi non pensavano sarebbe mai arrivata. Il dottore Ugo Forti, decano dei medici e icona della città, ha annunciato il suo ritiro dall'attività dopo ben 71 anni di onorata professione. Un annuncio che ha fatto il giro della città attraverso una commovente lettera aperta, in cui il celebre otorino racconta il motivo della sua decisione e saluta con affetto i suoi pazienti e concittadini.
Un’istituzione per Marsala
Classe 1930, Ugo Forti è stato molto più di un medico per Marsala. Il suo studio, situato in Via Curatolo, è stato per decenni un punto di riferimento per chi necessitava delle sue cure. Con il suo instancabile impegno, riceveva pazienti dalle 6 del mattino, accogliendo con la sua esperienza e il suo sorriso chiunque avesse bisogno.
In 70 anni di carriera, il dottore Forti ha curato circa 400.000 pazienti: un numero impressionante, che testimonia la fiducia e la stima che la comunità marsalese gli ha sempre riservato. "Da piccolo già volevo curare le persone," racconta spesso Forti, sottolineando come la medicina fosse per lui una vocazione, più che una professione.
Le ragioni del ritiro
Nella sua lettera, Ugo Forti ha spiegato che la decisione è stata inevitabile: problemi di salute agli occhi e l’età avanzata lo hanno spinto a fermarsi. A 94 anni, il medico sente di aver dato tutto sé stesso alla sua missione di vita e scrive: "Ritengo di aver svolto la mia missione e licenziato la mia anima e lucidità."
Forti ha anche voluto lasciare un messaggio ai giovani medici e colleghi, invitandoli a considerare la medicina non solo come un lavoro, ma come una missione d’amore verso i pazienti.
Un’eredità incancellabile
Il dottore Ugo Forti lascia un segno indelebile nella storia di Marsala, non solo per la sua longevità professionale, ma anche per la passione, la dedizione e l’umanità che hanno caratterizzato ogni giorno della sua lunga carriera. I marsalesi lo ricordano come un uomo che ha messo la propria vita al servizio degli altri, con una professionalità e una cortesia che oggi sono sempre più rare.
Come lui stesso ha scritto nella sua lettera: "Non sarà mai possibile sommare la mia gratitudine al numero delle persone che si sono sedute su quella sedia, ma porto con me il senso profondo di aver donato tutto l’amore che potevo."
I marsalesi salutano con affetto il loro "dottore", ringraziandolo per aver rappresentato un esempio unico di dedizione e professionalità. Ugo Forti resterà per sempre un simbolo di generosità e umanità per l’intera città.
La lettera:
Amati pazienti e concittadini,
dopo ben 71 lunghi anni di attività, ho deciso di porre fine, coscientemente, alla professione che è stata tutta la mia vita. Una decisione condizionata, in verità, da quegli occhi, organo della vista, che mai mi avevano tradito, neanche in occasione delle diagnosi più complesse e degli interventi più impegnativi. Una maculopatia retinica, da alcuni mesi, ha messo alle corde gli occhi del quasi novantacinquenne, quale sono, rendendo vani anche gli ultimi bagliori di una forza di volontà che, finora, mi aveva sempre soccorso, anche nei momenti davvero difficili. Mi ero sempre interrogato su come si sarebbe conclusa la mia carriera: per scelta o per manifesta sopraggiunta incapacità. Niente di tutto questo: pur se i 94 anni si facciano sentire, la mia mente è lucida, la mia mano fermissima, la voglia di aiutare il prossimo sempre presente, come un fuoco a riscaldarmi l’anima. Un segnale. Ritengo la mia malattia agli occhi un segnale datomi dall’Altissimo per dirmi: “Fermati. È questo il momento”. Accetto questo prezioso consiglio, dettatomi dagli eventi, con la forza della Fede, ma non a cuor leggero. Nella mia lunga vita, professionale e non, si sono susseguite generazioni di pazienti per cui mi trovo, ancora oggi, a ricevere l’abbraccio di persone di ogni età. Non so quanto mi resti da vivere, ma mi rimane la convinzione di avere dato Amore e di averne ricevuto dieci volte tanto. Cosa potrebbe chiedere di più, un uomo che ha fatto del proprio lavoro una missione? Da un rapido e sommario calcolo, pare che si siano sedute, sulla poltrona medica del mio studio, più di 500.000 persone. Non sarà facile rinunciare al mio incontro con voi, non sarà scontato interrompere quel mattiniero pellegrinaggio che mi portava, ad orari antelucani, in quella camera del Tempo che mi faceva tornare giovane dentro, nonostante gli acciacchi, in nome della mia missione in favore del prossimo. Cosa rimarrà della mia professione e del mio passaggio terreno? Non postume onorificenze, grazie no. Un messaggio ai giovani colleghi, ecco cosa vorrei rimanesse. Un invito a fare ciò che io ho cercato, umilmente, di attuare nel corso di una vita: porre al centro della propria missione di medico l’Amore per il prossimo e l’empatia verso i pazienti. Un malato è una persona fragile e, in quanto tale, merita un’attenzione particolare, una parola di conforto, talvolta un abbraccio. Per quanto mi riguarda, rimango a disposizione per consigli, per…non so quanto tempo. Siete stati, siete e sarete, parte integrante della mia famiglia.
Con affetto.
Ugo Forti