L’aforisma di Karl Kraus, un monito pungente sulla necessità di accompagnare la libertà con il pensiero critico, apre un’analisi sull’attuale panorama politico di Marsala. In un contesto segnato da dinamiche amministrative e politiche articolate, l’articolo 21 della Costituzione Italiana, che tutela la libertà di espressione, diventa il faro per riflettere su parole, azioni e responsabilità di chi governa la città.
Dalla giunta municipale, composta dagli ultimi arrivati come la Piccione, ricordata per affermazioni discutibili su Strasatti, a figure come Marchese, che ha espresso apprezzamento per il DUP 2024 pur non avendo contribuito direttamente alla sua stesura. Ingardia, con la sua posizione sulla sicurezza, ha sollevato polemiche ma ha poi chiarito le sue intenzioni, mentre di Bilardello si sottolinea l’assenza di comunicazione su un fatto rilevante: il riconoscimento del teatro comunale Sollima come monumento nazionale.
Da Gerardi, protagonista di dimissioni “simulate”, a Agate, sempre presente in consiglio e spesso in commissioni consiliari, si prosegue con il vicesindaco Tumbarello, capace di rivendicare con competenza il suo ruolo tecnico. E infine Sturiano, figura retorica e politica di spicco che si muove tra il ruolo di garante dell’assise e il suo stile da "zar" dell’assemblea comunale.
Il primo cittadino, Massimo Grillo, emerge con i suoi mantra sulla democrazia partecipata, il decentramento e i tredici indirizzi strategici. Tuttavia, la sua reazione successiva alla mozione di sfiducia, con attacchi diretti ai consiglieri Milazzo e Cavasino, solleva interrogativi sulla centralità del potere come elemento chiave del suo operato.
Non manca un riferimento all’opposizione e al Partito Democratico, con il nuovo commissario Marco Guerriero e i suoi vice, che dovranno vigilare su dinamiche politiche interne legate a figure con trascorsi giudiziari controversi.
L’intervento di Paolo Borsellino, ricordato attraverso le sue parole, resta un richiamo alla necessità di andare oltre le mere valutazioni giudiziarie per riconoscere la disonestà anche dove non vi sono condanne. Le sue riflessioni richiamano i partiti politici a un’urgente pulizia interna e a garantire non solo onestà, ma anche l’apparenza di onestà, come requisito imprescindibile per chi gestisce la cosa pubblica.
In una città che affronta questioni complesse, l’aforisma di Kraus e il pensiero di Borsellino si intrecciano come inviti alla riflessione e alla responsabilità. La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma richiede un esercizio consapevole del pensiero critico, soprattutto da parte di chi detiene il potere politico. La sfida, per Marsala e i suoi cittadini, è di mantenere viva questa consapevolezza fino al termine della sindacatura e oltre.
Vittorio Alfieri