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23/12/2024 15:15:00

Magistratura e Politica: l'eterno dilemma tra legge e potere

 Magistratura sì, Magistratura no.To be, or not to be -with the-, that is the question. È il dilemma amletico declinato sull'ordine giudiziario che vivono i partiti di governo attuali. Quello più recente lo ha vissuto il segretario della Lega, Matteo Salvini, assolto dall'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver impedito all’Ong spagnola "Open Arms" di far sbarcare 147 migranti, perché il "fatto non sussiste". Ovviamente, dopo l'assoluzione, il "To be" è d'obbligo, anche se fino alla Camera di consiglio il comportamento del ministro delle Infrastrutture non era stato istituzionale nei confronti di un'altra autorità, quando, prima dell'ultima udienza, e da sempre, sosteneva che, qualora fosse stato ritenuto colpevole, sarebbe stato: "Fiero di essere condannato per aver difeso il mio paese", dall'invasione dei barbari, si aggiunge.

La Meloni, sulla famigerata soluzione del centro in Albania per i migranti, che ad oggi avrebbe interrotto l'assalto alla nazione da parte di ben 19 persone, è stata permessa dalla Sezione Civile, specializzata in materia di immigrazione e protezione internazionale. Naturalmente, il governo ha fatto ricorso contro questa decisione presso la Cassazione, la quale ha ribadito che il giudice ordinario che esamina un ricorso è "il garante dei diritti fondamentali del richiedente asilo", ma spetta "al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità con la disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da Paesi di origine designati come sicuri". E quindi, adesso, "To be".

Per quanto riguarda Forza Italia e il suo fondatore Berlusconi, è risaputo che nel 1994, quando compose il suo primo esecutivo, chiese pubblicamente a Di Pietro di entrare a far parte del governo come Ministro dell'Interno e a Davigo come Ministro della Giustizia, entrambi del pool "Mani Pulite", ma rifiutarono. I rapporti, non proprio civili, di trent'anni sono ben noti. La critica alla magistratura è un diritto, ma la delegittimazione è un "delitto".

Si racconta un fatto personale per rendere l'idea che quanto narrato non è solo accademia, perché non ci tocca da vicino. A seguito di un incidente stradale, sono tetraplegico incompleto a vita. La persona responsabile all'800% dell'accaduto, riconosciuta in otto sentenze sia civili che penali, ha ricevuto, in quest'ultima, una sanzione pecuniaria di 2.000 euro, nel rispetto della legge che riconosce l'attenuante generica per gli incensurati. Non ho mai pensato di delegittimare la magistratura, ma neanche di criticarla, perché applicano le norme scritte dalla politica. Sono dell'idea che "Dura lex, sed lex".

Vittorio Alfieri



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