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23/12/2024 15:42:00

Inguì: "Salvini assolto dal reato, condannato dall'etica"

 In seguito all'assoluzione nel processo legato al caso Open Arms, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini continua a fare dichiarazioni pubbliche che, secondo Salvatore Inguì, coordinatore provinciale di Libera e presidente dell’associazione Finestre sul Mondo, distorcono il significato della sentenza emessa dal Tribunale di Palermo. Inguì, già direttore dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, ha scritto una lunga e accorata lettera aperta al Ministro Salvini, mettendo in discussione le sue interpretazioni e le implicazioni etiche delle sue dichiarazioni e azioni.

Il punto di partenza: il processo Open Arms

Nel 2019, Matteo Salvini, allora Ministro dell’Interno, vietò lo sbarco per 19 giorni di 147 migranti salvati dalla nave della ONG Open Arms. Accusato di sequestro di persona, Salvini è stato assolto pochi giorni fa. Inguì sottolinea che il processo non riguardava la legittimità della politica sui confini, come affermato dal Ministro, ma si concentrava esclusivamente sul singolo episodio dello sbarco negato.

Secondo Inguì, Salvini utilizza la sentenza come un avallo per le sue politiche di chiusura dei porti, presentandola come una legittimazione del suo operato generale, quando in realtà il giudizio penale ha riguardato un episodio specifico e non l’intera gestione dell'immigrazione.

L’accusa di mistificazione

Inguì critica apertamente il Ministro per la narrazione che continua a proporre, definendola una mistificazione ideologica che criminalizza le ONG e i migranti. Nella sua lettera, il coordinatore di Libera evidenzia come la maggior parte dei migranti non abbia la possibilità di viaggiare con documenti regolari o acquistare biglietti aerei, poiché spesso provengono da Paesi in cui diritti civili e libertà personali sono inesistenti.

“Il problema non sono i migranti clandestini, ma uomini, donne e bambini che rischiano tutto per sfuggire a situazioni di estrema sofferenza,” scrive Inguì.

Un appello all’etica e alla giustizia sociale

Pur riconoscendo la legittimità dell’assoluzione legale, Inguì pone l’accento su una condanna morale ed etica. Secondo lui, l’azione di negare aiuto ai migranti in difficoltà contraddice i valori di giustizia sociale, solidarietà e accoglienza.

Inguì richiama anche la fede cristiana professata da Salvini, sottolineando come questa dovrebbe essere ispirata ai valori evangelici di amore e accoglienza, invece che al rifiuto e alla chiusura. “C’è qualcosa che va oltre il codice penale: si chiama etica della solidarietà, aiuto fraterno, accoglienza”, scrive, invitando il Ministro a riflettere su questi principi.

La condanna dell’atteggiamento verso le ONG

Inguì definisce "criminale" l’atteggiamento di criminalizzazione delle ONG, sottolineando come queste organizzazioni operino per salvare vite umane, spesso colmando le lacune lasciate da enti istituzionali. In conclusione, riprende una celebre frase di De André: “Per quanto vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”, rivolta non solo al Ministro ma a tutti coloro che sostengono queste politiche.

Un appello alla coscienza

La lettera di Inguì è un invito a superare le divisioni ideologiche e a riscoprire l’importanza della solidarietà e della giustizia sociale. Non è solo una critica al Ministro Salvini, ma un richiamo più ampio alla responsabilità collettiva verso chi è costretto a lasciare tutto per cercare un futuro migliore:

Ministro Matteo Salvini, sono già passati alcuni giorni dalla sentenza che la assolve dal reato di "sequestro di persona" in seguito ai noti fatti avvenuti tre anni fa quando lei allora ministro degli interni vietò per 19 giorni lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave ONG Open Arms. Da quando lei è stato assolto dal reato di sequestro di persona, contestatole dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo lei ha continuato e continua a dichiarare su tutti i mezzi di informazione che il tribunale le ha dato ragione e ha ritenuto pertanto che lei avesse diritto e dovere in qualità di Minustro degli Interni di difendere i confini, difendere i cittadini, difendere le famiglie italiane. Ora vorrei osservare che in realtà il processo che l'ha visto imputato non comprendeva per niente il tema di come lei si comportasse nella difesa del suolo italiano ma si è riferita esclusivamente a un episodio ben preciso ossia il suo diniego affinché dalla nave sbarcassero I migranti tratti in salvo dagli operatori della ONG. Invece lei continua a dichiarare in lungo e in largo che finalmente le viene data ragione sulla sua azione politica di voler chiudere i confini e negare che possono sbarcare sulle coste italiane migranti clandestini. Questa ultima considerazione non attiene per niente al tema del codice penale ma alla sua visione ideologico politica ed etica di ciò che vuol dire accogliere chi fugge dal proprio Paese per ragioni legate o a persecuzioni, o a guerre, o a fame, o comunque perché in stato di necessità. La sua lotta è contro I migranti clandestini perché ritiene che possono sbarcare soltanto quelli con regolare biglietto di viaggio e con i documenti in ordine. Ma lei, sono sicuro, che sa benissimo che dalla maggior parte dei paesi da cui fuggono I migranti sono paesi che non solo privano i propri cittadini della Libertà e dei più elementari diritti civili ma non autorizzano i viaggi, non rilasciando passaporti e non concedono visti per partire. Lei pensa che se i migranti (oggi clandestini) avessero potuto fare un biglietto mostrando un passaporto non si sarebbero risparmiati dolori e orrori e violenze e viaggi che sono durati mesi se non addirittura anni? non solo: avrebbero anche risparmiato migliaia di euro. Infatti lei comprende perfettamente quanto sia molto più conveniente spendere un migliaio di euro al massimo per partire da un paese lontano con un semplice volo aereo e non affidarsi a trafficanti di uomini, quelli che lei dice di voler combattere, spendendo migliaia e migliaia di euro con viaggi estenuanti, insicuri e dagli esiti incerti e molto spesso fatali. Allora il problema non è "imigranti che non sono in regola con i documenti", il problema è donne e uomini bambini che tentano di fuggire da una situazione di vita di indubbi patimenti e che accettano il rischio di poter morire nella speranza comunque di giungere a una meta che possa in qualche modo migliorare la propria vita o quella delle proprie famiglie.. E allora mi permetto di dirle signor ministro che lei è stato sì assolto dal reato di sequestro di persona ma solo da questo, perché c'è qualcosa che va ben oltre il codice penale e va ben oltre la legalità e si chiama giustizia sociale, si chiama etica della solidarietà, si chiama aiuto fraterno, si chiama accoglienza... termini che lei da buon cristiano dovrebbe conoscere e praticare. Pertanto non continui a dire che da questa sentenza lei oggi riceve una patente per poter continuare a propagandare lo sprezzante rifiuto di concedere aiuto ai nostri fratelli che sono in difficoltà e che prima di affrontare la traversata del mar Mediterraneo hanno affrontato prigioni come in Libia o i deserti, senza considerare le sofferenze subite in quei Paesi dei quali sono fuggiti clandestinamente e senza documenti in regola. Le sue sono evidenti menzogne quando afferma che il suo diritto dovere di Ministro degli Interni quale allora, fu lo obbligava a difendere i nostri confini perché a rischio di invasione islamica o peggio al rischio di attentati terroristici. C'è una morale e una etica che a fronte di un codice penale che l'assolve per il reato di sequestro di persona, la condannano per il suo cinismo, le sue menzogne, la sua demagogia, il prendersi gioco della nazione e per l'ipocrisia dal momento in cui lotta per l'affermazione di un cristianesimo che però non mi pare essere quello predicato in quel testo che lei dovrebbe riconoscere sacro e al quale Lei dice di ispirare la sua vita, che è il vangelo. Una morale e una etica che la condannano per la sua continua azione di mistificazione che ha fatto sì che donne e uomini di fedi differenti ma unite dal principio della salvaguardia della vita umana e del diritto alla vita di ogni donna e uomo, agiscono stando per mare a bordo di imbarcazioni per compiere un dovere morale a cui spesso si sottraggono quegli enti che ne avrebbero un dovere istituzionale. Criminalizzare le ONG è un atto criminale. Pertanto lei signor ministro assieme ai suoi sostenitori "per quanto vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti".



EA2G | 2024-12-23 14:54:00
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