“Il mantenimento della norma che, all’art. 7 del testo del Disegno di Legge di Bilancio 2025, in discussione alla Camera dei Deputati, sancisce l’aumento dell’IVA sullo smaltimento dei rifiuti, dal 10 per cento al 22 per cento, rischia di far aumentare ulteriormente e in misura significativa la TARI nei Comuni siciliani”. Lo hanno dichiarato Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.
“Gli enti locali dell’Isola, come è noto, vivono già uno stato di grande sofferenza a causa della mancanza di un’adeguata impiantistica, che non permette una congrua valorizzazione dei rifiuti riciclabili e un agevole smaltimento della frazione indifferenziata. A ciò vanno aggiunte le difficoltà dell’organizzazione interna nella gestione del sistema di riscossione”, aggiungono i vertici dell’Associazione dei Comuni siciliani.
“Come hanno già sottolineato, nei giorni scorsi, alcuni sindaci delle regioni del Sud – spiega il presidente Amenta – il provvedimento, se approvato in via definitiva dal Parlamento, rischierebbe di avere un impatto dirompente sulle casse dei nostri Comuni, che già adesso vivono una condizione di profonda fragilità finanziaria”.
“Le amministrazioni del Mezzogiorno vengono, di fatto, poste di fronte a un’alternativa drammatica: aumentare i tributi locali oppure ridurre servizi essenziali, tutto ai danni dei cittadini. Ma i Comuni del Sud Italia si trovano, come è noto ormai da tempo, a dover far fronte a gravissime emergenze sociali ed economiche, e per questi motivi chiediamo che si tengano in considerazione le esigenze e le difficoltà dei territori più deboli e che, anche da un punto di vista normativo, si possa pensare a uno specifico intervento”, prosegue Amenta.
“Tutto ciò – conclude il presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani – grava pesantemente sui cittadini ed è, quindi, urgente porre in essere interventi di carattere finanziario e normativo”.