I Carabinieri hanno arrestato quattro membri di una famiglia palermitana, accusati di estorsione aggravata e atti persecutori nei confronti di un ristoratore nei pressi della Stazione Centrale. Gli arresti sono stati eseguiti in seguito a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura.
La denuncia del ristoratore
Il caso è emerso tra maggio e ottobre di quest’anno, quando il titolare del ristorante, esasperato dalle continue vessazioni, ha deciso di denunciare. Per mesi, la famiglia avrebbe consumato cibi e bevande senza pagare, utilizzando la minaccia e la prepotenza per ottenere quanto desiderato. In un episodio, gli indagati hanno persino aggredito fisicamente il ristoratore, dopo che questi aveva chiesto loro di liberare un tavolo per altri clienti.
Le accuse e le prove
Secondo gli inquirenti, i quattro indagati - Francesco Paolo Gennaro, 59 anni, e i figli Giacinto, 41, Piero, 38, e Samuele, 21 - avrebbero esercitato un costante clima di intimidazione nei confronti del ristoratore. Grazie alle immagini di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte, è stato possibile ricostruire il quadro delle prevaricazioni, culminate in minacce gravi e aggressioni fisiche.
I Carabinieri hanno anche accertato che gli indagati avrebbero agito con metodi mafiosi, approfittando della loro forza intimidatoria per ottenere beni senza pagare. La pressione esercitata includeva ripetute minacce di danni fisici e materiali al ristoratore.
Le misure cautelari
Il GIP ha disposto la custodia cautelare in carcere per Francesco Paolo Gennaro, ritenuto il principale responsabile, e gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per i figli. Le indagini proseguono per verificare se altri episodi simili siano avvenuti nella zona.
Un invito a denunciare
Questo caso mette in luce l’importanza di denunciare le condotte illecite, come sottolineato dalle forze dell’ordine. Le autorità invitano chiunque abbia subito soprusi simili a rivolgersi alle autorità competenti per garantire che tali episodi non restino impuniti.