Gentilissimo direttore Di Girolamo, sono Michele Maggio, lettore assiduo di TP24 da diversi anni. Le invio la seguente mia riflessione. Leggo sulla stampa di questi giorni: "Usa, spari nella scuola. Studente e insegnante uccisi da un'alunna". Sarà questa, mi chiedo, una conquista della parità di genere? Spero proprio di no. Non posso però non riflettere al riguardo delle offese, che ogni giorno, sempre più, anche nel nostro Paese, vanno ad intaccare il rispetto della legalità e della vita, costituenti da sempre uno degli obiettivi del vivere dell'uomo civile.
Il succedersi di questi fatti cruenti, che coinvolgono per fortuna solo una modestissima minoranza degli appartenenti alla cosiddetta generazione "Z", sembrano segnare, quando non dipendenti da specifiche patologie, lo svilimento di costoro del valore della vita, come se le catastrofi naturali e le guerre non bastassero. A volere essere generosi nei loro confronti, si ha l'impressione che questi taluni sottovalutino la fortuna di vivere in democrazia. Emergono ogni giorno, infatti, con più o meno virulenza, le loro contestazioni, animate, verosimilmente, dalla intolleranza dell'assetto socio giuridico in cui vivono. Intolleranza che ritengono di superare con la violenza, piuttosto che con l'utilizzo dei metodi che la stessa democrazia conosce, aprendo il varco, così, a possibili riscosse, che la storia dimostra avere condotto quasi sempre a regimi meno tolleranti delle tolleranze vissute dalla loro quotidianità.
Sarà colpa di scarsa lungimiranza o di fanatismo di rivolta contro lo "statu quo", costi quel che costi? Sta di fatto che questi fatti non possono essere sottovalutati, richiedendo, anche per il bene dei loro artefici, di essere posti sotto attenta osservazione, che la stessa democrazia non può permettersi di ignorare.
Michele Maggio