A sette anni dalla tragica morte di Massimiliano Pace, 48 anni, di Marsala, il processo penale di primo grado si è concluso con una sentenza che ha lasciato insoddisfatti i familiari e l’avvocato di parte civile.
Il Tribunale di Palermo ha condannato a un anno di reclusione i medici Salvatore Pedone, Rosanna Di Legami e Stefania Maltese, che all’epoca dei fatti erano in servizio presso l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala. Gli altri imputati, tra cui medici dell’ospedale di Trapani, sono stati assolti. Il giudice ha inoltre rinviato la liquidazione del danno in sede civile per le parti offese, rappresentate dal fratello di Massimiliano, Gianluca Pace, e dalla zia della vittima.
La vicenda
Massimiliano Pace morì il 10 aprile 2017 all’ospedale Civico di Palermo, dove era arrivato in condizioni ormai disperate dopo giorni di agonia. La causa del decesso fu una grave infezione dovuta a un ascesso dentario, non diagnosticato né trattato tempestivamente nei suoi numerosi accessi al pronto soccorso.
Secondo l’accusa, i medici degli ospedali di Marsala e Trapani avrebbero sottovalutato la gravità del quadro clinico del paziente, non procedendo con un drenaggio chirurgico dell’ascesso né prescrivendo una cura antibiotica adeguata.
La cronologia degli eventi
- Il 24 marzo 2017, Massimiliano Pace si recò per la prima volta al pronto soccorso dell’ospedale di Marsala con febbre alta e dolore al collo. Dopo un’ecografia che evidenziava un’infezione, fu dimesso senza ricovero né terapia antibiotica.
- Tornò in ospedale il 26 marzo e poi ancora il 28 marzo, ma anche in quest’ultima occasione non fu disposto il ricovero.
- Trasferito d’urgenza all’ospedale di Trapani il 28 marzo, rimase senza una diagnosi chiara né interventi chirurgici fino alla mattina seguente.
- Solo al suo arrivo al Civico di Palermo, il 29 marzo, fu diagnosticata l’infezione ormai in stato avanzato. Purtroppo, le cure arrivarono troppo tardi.
La sentenza
Il giudice ha ritenuto responsabili tre medici dell’ospedale di Marsala, condannandoli per omicidio colposo in cooperazione. Gli altri imputati, tra cui sanitari dell’ospedale di Trapani, sono stati assolti. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
La reazione della parte civile
L’avvocato Stefano Pagliai, legale della famiglia Pace, ha espresso indignazione per la sentenza, definendola un “esito scandaloso”. In una nota inviata al fratello della vittima, Gianluca Pace, ha sottolineato: “Quanto emerso nel processo grida vendetta, considerato ciò che è accaduto e le omissioni che sono state documentate”. Dario Safina, legale del dottor Gianformaggio parla, invece, di un "processo gestito in maniera puntuale ed esemplare, in cui le posizioni del mio assistito sono state vagliate accuratamente. Se errori sono stati commessi, sono stati commessi all'ospedale di Marsala, dice una perizia resa in un accertamento tecnico preventivo presso il Tribunale di Marsala".
Il commento della famiglia
La vicenda aveva profondamente scosso la comunità di Marsala e attirato l’attenzione mediatica per la gravità delle accuse rivolte ai medici coinvolti. La famiglia di Massimiliano Pace, che si è costituita parte civile, continuerà a chiedere giustizia anche in sede civile, dove sarà quantificato il risarcimento per i danni subiti.