I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, in collaborazione con la Stazione di Partanna, hanno eseguito il 17 dicembre 2024 un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione nei confronti di Rosario Scalia, 49 anni, residente a Partanna.
La confisca riguarda beni per un valore complessivo di 180.000 euro, tra cui beni immobili, terreni, beni aziendali, conti correnti e depositi a risparmio. L'operazione è stata disposta in relazione alla sperequazione tra i beni posseduti da Scalia e i redditi dichiarati, evidenziando una discrepanza che ha portato le autorità a intervenire.
Il contesto giudiziario
Rosario Scalia è già stato condannato a 20 anni di reclusione per il concorso nell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto il 21 maggio 2009 all'interno del bar Mart Cafè di Partanna. Lombardo venne assassinato per aver osato rubare un furgone carico di merce appartenente al supermercato Despar, gestito da Domenico Scimonelli, considerato uomo d'onore e legato alla rete mafiosa vicina a Matteo Messina Denaro.
Il sequestro preliminare del 2023
Già nel dicembre 2023, i Carabinieri avevano posto sotto sequestro beni riconducibili a Scalia, ai fini della confisca, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale di Trapani. L’indagine aveva evidenziato che il valore del patrimonio accumulato dall’imprenditore era incompatibile con i redditi ufficialmente dichiarati.
La condanna e il legame con Cosa Nostra
La condanna di Scalia, confermata in appello, si inserisce nel contesto delle indagini sui legami tra imprenditoria locale e la rete mafiosa trapanese. L'omicidio di Lombardo aveva infatti mostrato il rigido controllo territoriale esercitato dagli uomini d’onore sulle attività economiche, con punizioni esemplari per chi osava sfidare il sistema.