La terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha annullato l’ordinanza n. 143/2024 della Capitaneria di Porto di Trapani che poneva specifici limiti alle attività di snorkeling e immersioni subacquee a scopo ricreativo e sportivo. La sentenza, pubblicata il 4 dicembre 2024, è arrivata a seguito del ricorso presentato da alcuni operatori marittimi, difesi dall’avvocato Valentina Piraino, che hanno contestato le restrizioni introdotte dall’ordinanza, considerandole illegittime e lesive per il settore.
La vicenda
L’ordinanza della Capitaneria aveva imposto una serie di obblighi aggiuntivi ai centri di immersione e agli operatori delle attività di snorkeling, come l'obbligo di comunicazione di inizio attività, registrazione delle operazioni e restrizioni operative, con una particolare attenzione all’articolo 9 relativo agli obblighi specifici. Durante la scorsa estate, tali restrizioni hanno messo in difficoltà molti piccoli imprenditori, mentre le attività delle imbarcazioni più grandi, in particolare quelle che svolgono escursioni alle Egadi, risultavano avvantaggiate.
Le motivazioni del TAR
Il TAR ha ritenuto che la Capitaneria di Porto abbia agito al di fuori delle proprie competenze, in violazione della normativa vigente in materia di regolamentazione della nautica da diporto. Secondo la sentenza, la Capitaneria non può emanare regolamenti locali senza il coinvolgimento delle autorità competenti, come previsto dall’articolo 27 del D.Lgs. 171/2005. Tale norma stabilisce che eventuali regolamentazioni locali devono essere adottate solo previa intesa con gli enti locali e sentite le associazioni nautiche nazionali rappresentative.
Il TAR ha inoltre evidenziato che l’ordinanza, con i suoi articoli e note esplicative successive, ha introdotto vincoli che eccedono quanto previsto dalla legge nazionale e che avrebbero dovuto essere valutati a un livello superiore, come quello del Capo di Compartimento Marittimo.
Le conseguenze
L’annullamento dell’ordinanza apre ora una nuova fase per la regolamentazione delle attività di snorkeling e diving. La Capitaneria di Porto dovrà rivedere la normativa alla luce della sentenza, assicurando il rispetto delle procedure previste e coinvolgendo le parti interessate, come enti locali e associazioni di categoria.
Soddisfazione per i ricorrenti
Per i piccoli operatori marittimi della provincia di Trapani, la decisione rappresenta un’importante vittoria. Durante la scorsa stagione estiva, l’applicazione della contestata ordinanza ha comportato un significativo impatto economico, con multe e controlli stringenti che hanno messo in difficoltà molte realtà imprenditoriali.
La sentenza potrebbe ora riequilibrare il settore, eliminando le limitazioni ingiustificate e consentendo a tutti gli operatori di svolgere la propria attività in modo equo.