Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro, scoperte dalla Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia.
Come raccontiamo in un altro articolo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha eseguito diverse perquisizioni in queste ore, e sta emergendo una “rete di connivenze sanitarie” che proteggeva il boss durante la sua latitanza.
L'oculista Antonino Pioppo, 69 anni, è indagato con l'ipotesi di favoreggiamento aggravato. Sarebbe stato da lui visitato tra il 2016 e il 2020: la circostanza emergerebbe da due ricette firmate dal medico, primario a Villa Sofia e oggi all'ospedale Civico, ritrovate in uno dei covi del capomafia, arrestato il 16 gennaio 2023 e morto il 25 settembre successivo nel carcere dell'Aquila. A lui sarebbero state infatti riferibili sia la ricetta intestata ad Andrea Bonafede, l'identita' utilizzata da Messina Denaro, sia il documento sanitario intestato a una persona diversa. Stamattina sono state effettuate perquisizioni nello studio privato e nei due ospedali, in uffici utilizzati da Pioppo e in altri in cui si effettuano le prenotazioni. L'obiettivo di chi indaga è capire se Pioppo sapesse o meno con chi aveva a che fare. In passato Messina Denaro, affetto da una grave forma di strabismo, sarebbe stato operato in Spagna.