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17/12/2024 06:00:00

Shark, che spettacolo. A Trapani un match da Nba

Difficilmente capiterà, in futuro, di assistere a spettacoli del genere. Gli Shark interrompono la  striscia vincente di 10 giornate di Trento (107 a 99 il punteggio) e confermano le straordinarie ambizioni presidenziali della vigilia. Il tutto in un clima in cui l’intero PalaIlio, pieno come un uovo, è rimasto coinvolto e trascinato per tutti i 40 minuti dalle esaltanti fasi di gioco.

Un match da NBA, non solo per il punteggio, ma per i picchi di spettacolarità che i giocatori di entrambe le squadre sono riusciti ad imprimere. Si viaggiava a velocità supersonica in ogni fase ed a volte si aveva l’impressione di un gioco a ping-pong, con le compagini votate solo al gioco offensivo ed incuranti di sistemare le difese.

Ma non c’era tempo per queste “quisquilie”, poiché la palla a spicchi viaggiava da una metà campo all’altra senza soluzione di continuità e non permetteva di allestire barriere difensive. Non stazionavano ai margini del terreno di gioco quei sacchi di sabbia che potevano arginare i debordanti effluvi dei giochi e nemmeno i due coach sembravano inclini a trucchetti e marchingegni difensivi.

Nelle loro lavagne, durante i time out, si disegnavano solamente schemi di attacco e solo qualche rimbrotto per difese che apparivano esili come fuscelli. Ne guadagnava indubbiamente lo spettacolo ed i giocatori alzavano di gran lunga i livelli spettacolari e gli alley-oop risultavano tra gli schemi preferenziali.

Sul parquet due squadre in lizza: una che mirava a mantenere la propria imbattibilità ed un’altra a voler imporre i diritti di una outsider intenzionata a spiccicarsi di dosso i panni della neopromossa vanagloriosa e supponente, per indossare quelli più consoni e regali di una aspirante al trono. Se dobbiamo indicare a tutti i costi un match-winner non possiamo discostarci molto da Amar Alibegovic. Il tecnico avversario Galbiati lo ha definito a più riprese “devastante”, ma credo che il termine possa anche essere considerato riduttivo. Nel solo primo tempo metteva a segno 21 punti non sbagliando quasi nulla ed oscurando le prestazioni di compagni ed avversari. Un’ala forte che, se gioca sempre così difficilmente sfuggirà ai talent-scout americani. Possiede doti fisiche che lo renderebbero competitivo anche oltre oceano, cattura rimbalzi come un pivot e possiede un tiro micidiale da media e lunga distanza. Da consigliare, al Patron Antonini, di operare, come già provveduto con Justin Robinson, ad allungargli il contratto di almeno due anni. Lo stesso dicasi per Horton, una colonna portante di questa squadra. Con lui in campo il plus-minus è risultato di 28 punti: roba da fantascienza per un match vissuto sul piano dell’equilibrio. Da rimarcare anche il contributo fornito dai due nuovi arrivati: Brown in 20 minuti ha messo a segno 14 punti, tutti nei momenti topici del match e proprio nel momento in cui gli avversari diventavano minacciosi e si facevano sotto nel punteggio. Prezioso anche Eboua, con 9 punti in altrettanti minuti e quasi perfetto al tiro. A corrente alternata Galloway, ma rappresenta più di una sicurezza per esperienza e carisma. Ben augurante il ritorno di Petrucelli, impiegato per 18 minuti senza particolari squilli. Ma era reduce da un lungo infortunio: non si poteva pretendere nulla più di quanto abbia potuto incidere. Il solito enigma mai sciolto quello di Pleiss: si nota lontano un miglio che non ama giocare sotto canestro e far valere a rimbalzo i suoi 2.18 di altezza. Ama aprirsi il campo e tirare dalla lunga distanza, un compito demandato ad altri giocatori che possiedono tali caratteristiche. È stato impiegato appena 10 minuti scarsi: troppo poco per un giocatore che guadagna 600 mila euro e doveva partire stabilmente in quintetto base. Ritengo che sia già sul mercato a gennaio del prossimo anno ed è difficile pronosticare una squadra che intenda assicuragli un ingaggio di tal misura. Rossato e Gentile hanno assicurato, con la loro prestazione, un’utile rotazione e risulteranno sempre preziosi alla causa comune. Dulcis in fundo, Jasmin “Buster “Repesa: lo considero il vero artefice dei successi degli Shark. Possiede un eccezionale carisma che cementa lo spogliatoio in un unicum indistruttibile e nessuno mugugna per lo scarso impiego. Non si scompone nei momenti difficili, né si esalta quando le vicende del match e il pacchetto di azioni scorrono, come in Borsa, in terreno positivo. Anche lui, così burbero e serio nella fisiognomica, si è lasciato trasportare dal clima festoso del PalaIlio. Deve essersi anche commosso e non fa altro che sottolineare, ad ogni piè sospinto, il grande contributo in termini di affetto e sostegno che gli tributa la piazza. Personalmente un clima del genere l’ho vissuto ai tempi del PalaGranata con Gianfranco Benvenuti al timone. Ma erano altri tempi. Però ritengo che il testimone di idealità che ha lasciato il compianto allenatore della storica promozione sia già stretto, meritatamente nel ferreo pugno dal “Buster” bosniaco. 

Il Sorcio Verde



Basket | 2024-12-17 06:00:00
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