Il consiglio comunale di Trapani in questi giorni ha consumato scontri senza molto garbo istituzionale, che ledono il rispetto di tutti i consiglieri stessi.
L’ennesimo scontro è avvenuto sull’aumento della tassa di soggiorno, oltre che per i due minuti di tempo concessi a tutti e 24 i rappresentanti per i loro interventi. Decisione che ha visto contrari i consiglieri di opposizione: Tore Fileccia, Peppe Guaiana, Maurizio Miceli, Grazia Spada, Nicola Lamia, Silvio Mangano, Gaspare Gianformaggio.
Di inutile teatrino parlano invece consiglieri Marzia Patti, Giusy Ilenia Poma, Giuseppe Peralta, Salvatore Daidone, Giovanni Parisi: "Quanto accaduto in questi due giorni in aula rappresenta solo uno sterile episodio di ostruzionismo che nulla ha a che fare con la buona politica.Sulla tassa di soggiorno, ribadiamo che questa è interamente a carico dei turisti e il suo gettito serve a finanziare interventi per il turismo, la valorizzazione del patrimonio artistico- culturale locale ed il potenziamento dei servizi pubblici. Riteniamo assurdo che nel 2024 si continui a proporre esenzioni per la tassa di soggiorno nel periodo autunnale, come se questa fosse una misura in grado di rilanciare il turismo. Ogni euro raccolto potrebbe alleggerire la pressione fiscale sui residenti, ma questa opportunità viene inspiegabilmente osteggiata dall’opposizione. Negli altri capoluoghi di Provincia Siciliani e nella stragrande maggioranza delle città medie, non esistono misure simili, ma qui si tenta di far passare un’idea priva di fondamento”.
Continuano i consiglieri: “La destagionalizzazione del turismo non si ottiene con esenzioni, ma affrontando i problemi veri: grosse criticità nelle infrastrutture strategiche quali treni lenti (13ore di Treno per raggiungere Trapani da Messina, solo per fare un esempio) e autostrade poco efficienti e funzionali. Anziché concentrarsi su proposte prive di sostanza, invitiamo l'opposizione a guardare alle vere cause della stagnazione del turismo. Tuttavia, il teatrino allestito giovedì e ieri, è il livello della “vision” ed il livello del dibattito politico che ci viene offerto. Nessuna limitazione della democrazia in aula da parte della maggioranza, solo un normale contingentamento dei tempi - come avviene in tutti i consessi civici ed aule parlamentari, dalla Sicilia a Bruxelles -, a differenza, invece, dell'abuso di potere operato dall'opposizione, che ha depositato circa 100 emendamenti strumentali, sistematicamente ritirati durante il dibattito, al mero scopo di ostacolare i lavori d'aula e costringere la città di Trapani tutta (rappresentata dai consiglieri comunali) a trascorrere intere ore - e notti- in Consiglio, privando l'assise della sua funzione: lavorare per il bene della città”.
Tutti contro Genco
Tensione in Aula tra la minoranza e il vice presidente Andrea Genco. Si badi che la politica non c’entra nulla, lo scontro parte da considerazioni di opportunità amministrativa e (s)cade nell’offesa personale.
Tore Fileccia etichetta Genco come “un trentenne che parlava di futuro, reputa la democrazia degna di appena 2 minuti ... La sua soddisfazione nel tacciare i Consiglieri di Opposizione che dovrebbe anche rappresentare nel suo ruolo fa capire quanto Giacomo Tranchida sia capace di pilotare Uomini e Donne al solo fine dì non confrontarsi con chi rappresenta i Cittadini ma non condivide le sue scelte. ANDREA GENCO rappresenta il peggior esempio di schiavitù politica che abbia mai rappresentato l'aula consiliare di questa Città. Questo è quello che è successo ieri ... 2minuti a testa per decidere quanta Imu dovete pagare ...2minuti a testa per prendere atto degli equilibri di bilancio , 2 minuti per lasciare solo 10 giorni di ESENZIONE sulla Tassa di soggiorno in un anno .... Violando il regolamento più volte ... Contingentando i tempi su un atto già aperto ieri in discussione , lasciandoci in aula con il tetto ed il Palazzo allagato!!!
Questi sono i Tranchidiani ed il piccolo Andrea Genco ne è la palese dimostrazione”.
Nella seduta di ieri poi la consigliera Grazia Spada ha preso la parola, senza averla chiesta, quindi fuori attivazione di microfono e ha urlato cose incomprensibili a chi vedeva lo streaming, udibili facilmente a chi era in Aula. Genco ha cercato di ricordare che non si può parlare fuori microfono, per regolamento intanto e per rispetto dei cittadini ancora prima. Sempre a Genco è scappato, rivolgendosi alla Spada, un “ha capito?" e la consigliera ha risposto: “Ha capito lo dice a sua sorella”. Fatto sta che Genco ha ricordato che, purtroppo, sua sorella è deceduta qualche anno fa.
La risposta di Genco
“Molte volte sono rimasto in silenzio dinanzi alle mancanze di rispetto più infime, che credetemi non si contano più. Ho lasciato che le bugie, le cattiverie e le calunnie mi scivolassero addosso senza troppi drammi, accettando tutto questo come parte stessa dell’attività pubblica che svolgo, sempre e giustamente esposta a critiche e attacchi di qualunque tipo. Questa volta però, ancora prima di rispondere alle altre accuse e mistificazioni fornendo gli opportuni chiarimenti rispetto a ciò di cui mi si vorrebbe accusare, non posso tacere il mio sconcerto per il comportamento della consigliera Spada durante l’ultima seduta consiliare, che potete evincere in parte da questo video. Mentre eravamo già in fase di votazione, la consigliera insisteva a voler parlare fuori microfono, nonostante le avessi già fornito gli opportuni chiarimenti e nonostante non le avessi mai dato la parola. Un’abitudine malsana e reiterata nel tempo, degna del cortile di casa propria più che di un’aula istituzionale, che non può in alcun modo continuare ad essere normalizzata. Dopo più di cinque minuti di continua intemperanza, quando le ho intimato di non continuare, la consigliera Spada mi ha urlato: “Ha capito lo dice a sua sorella". Questa frase, che potete ascoltare in questo video e che già di per sé sarebbe inaccettabile in un contesto istituzionale, risulta ancor più grave perché tira in ballo una persona defunta a soli vent’anni. Quando qualcuno le ha fatto notare la gaffe pronunciata, la consigliera Spada, anziché tornare sui suoi passi e scusarsi per l’uscita infelice, ha rincarato la dose con un’altra frase sconcertante fuori microfono: “E che me ne frega se è morta, allora glielo dice a sua madre stu nutrico”. Mi domando cosa ci trovi di politico in frasi di tale bassezza umana, prima ancora che istituzionale, la consigliera Spada. Ma questa è più che altro una domanda che la consigliera dovrebbe porre a sé stessa e alla propria coscienza. Perché se è vero che questo episodio ferisce me personalmente, è altrettanto vero che siffatta offesa qualifica soltanto lei e nemmeno minimamente il sottoscritto. Del resto, è proprio in queste circostanze che si distingue la tempra di un adulto capace di frenare i propri istinti in quanto consapevole del proprio ruolo e del contesto in cui si trova, da quello di una persona incapace del minimo autocontrollo o di assumersi pienamente la responsabilità di ciò che afferma, facendo eventualmente ammenda nei tempi e nei modi opportuni”.
La difesa dell’assessore Barbara
“Io e Andrea(Genco) siamo molto diversi. Discutiamo spesso e volentieri ma ci vogliamo molto bene. Condividiamo l’amore per la nostra città, per la quale vorremmo fare di più sebbene i mezzi a disposizione siano sempre limitatissimi. Quando la politica scende sul personale con il sol scopo di offendere, allontanandosi dai temi che interessano la cittadinanza, commette un grave errore. Io non offendo, non insulto e non sono per nulla disposto ad accettare che uno dei componenti della mia lista elettorale del 2023 subisca attacchi di becera natura. Giù le mani dal mio “Presidentino”. Così in una nota l'assessore Emanuele Barbara.
Il punto
In questo eterno scontro, in cui i cittadini fanno fatica a barcamenarsi e a comprendere chi ha torto e ragione, c’è una lotta continua che non è nemmeno più politica-amministrativa. E’ una battaglia che tocca sempre il personale, con offese che travalicano il confine dell’educazione e del buon gusto. Ma tant’è. Ognuno, con le parole che pronuncia, descrive se stesso.
LA REPLICA DI SPADA. In un lungo intervento, Grazia Spada ha voluto fornire la propria versione dei fatti. La consigliera ha spiegato che, durante la seduta presieduta da Genco, le è stata negata più volte la parola con un atteggiamento che ha definito "arrogante e privo di garbo istituzionale". In risposta alla frase "lei non ha capito", ripetuta per tre volte da Genco, la Spada ha replicato con l’espressione "non ha capito glielo dica a sua sorella", un modo di dire che – sostiene – in Sicilia è comune nei momenti di tensione.
Spada ha precisato che, nel momento in cui ha pronunciato quelle parole, non aveva ricordato il tragico episodio legato alla sorella del Vicepresidente, scomparsa prematuramente in circostanze drammatiche. Resasi conto della gravità della frase e del suo impatto, la consigliera ha dichiarato di aver inviato immediatamente un messaggio di scuse a Genco, manifestando il suo dispiacere e la volontà di ribadire pubblicamente le scuse nella prossima seduta consiliare.
Tuttavia, Spada si è detta profondamente amareggiata per il fatto che Genco abbia successivamente pubblicato un post sui social, nel quale, oltre a riportare la frase offensiva, avrebbe aggiunto che lei avrebbe detto anche "e che me ne frega se è morta". La consigliera ha smentito categoricamente di aver mai pronunciato una frase simile, definendola una "falsa accusa" che l’ha esposta al "ludibrio mediatico" attraverso commenti ingiuriosi e insulti nei suoi confronti.
Spada ha concluso ribadendo la propria disponibilità a scusarsi pubblicamente per l’espressione effettivamente utilizzata, ma ha chiesto al Vicepresidente di rettificare pubblicamente l’attribuzione della frase che sostiene di non aver mai pronunciato.