L’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) ha analizzato la domanda e l’offerta dei servizi di orientamento per i giovani, il progetto di ricerca ha coinvolto 3642 giovani 15-29enni e oltre 2700 servizi di orientamento tra Università, Centri per l’Impiego, Istituti di formazione e scuole secondarie di primo e secondo grado.
Dall’indagine è emerso che i servizi di orientamento risultano poco attrattivi per i giovani: il 38,2% afferma di non aver mai usufruito di un servizio di orientamento, con una percentuale ancora più alta (42%) nella fascia dei giovanissimi (15-17enni). Tra i motivi di questa scelta il 55,6% dichiara di “non averne avuto bisogno”.
I giovani senza orientamento
In presenza di un insieme articolato di strumenti e servizi di orientamento quali l’accoglienza, l’informazione, il colloquio orientativo, i tirocini, le tecniche di ricerca attiva del lavoro, il bilancio di competenze, tutorato nelle transizioni, outplacement, mentoring, career counselling, questo appare poco ancorato a stabili modelli culturali di riferimento. Si rende necessario, dunque, investire nella formazione di figure professionali dell'orientamento, creare reti di collaborazione più solide e favorire una maggiore informazione tra le famiglie. Per i giovani, infatti, il lavoro è un progetto di vita e non solo strumento di guadagno, poiché mettono al centro la qualità di vita. I giovani cercano molto più di un posto di lavoro e di guadagno, cercano situazioni in cui possono realizzare sé stessi dal punto di vista umano e professionale.
Il presidente dell’Inapp, Natale Forlani, ha evidenziato come c’è “carenza di un approccio sistemico sul tema dell’inserimento lavorativo post scolastico e universitario che non consente a molti giovani di avere informazioni adeguate e di usufruire di dotazioni di servizi d’orientamento adeguati. È una criticità che deve essere affrontata in modo organico adeguando le politiche attive del lavoro”.
La fotografia è quella di giovani senza bussola, uno su due non sa cosa fare da grande, quasi il 40% degli over 15 non ha mai usufruito dei servizi d’orientamento. Troppa frammentarietà nell’offerta, occorre rafforzare un coordinamento centrale e incentivare la condivisione di buone pratiche tra gli enti.