Il 2024 si conclude con un bilancio positivo per il settore vitivinicolo siciliano, come emerge dal report “Cultivating the Future: La Sicilia del vino si racconta”, realizzato dal Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Messina per Assovini Sicilia. Il comparto, che comprende 101 aziende associate, si conferma uno dei principali motori economici della regione, grazie a una combinazione di tradizione, innovazione e sostenibilità.
Un settore in crescita e innovazione
La Sicilia vitivinicola del 2024 ha mostrato un rinnovato dinamismo. Le 80 aziende che hanno partecipato al sondaggio del report rappresentano un pilastro del settore, con una produzione complessiva di 47,6 milioni di bottiglie.
L’83% delle cantine rispondenti produce vini DOC ed il 18% produce vini DOCG. Questo riflette l’attenzione delle imprese nel produrre vini di qualità, con un forte ancoraggio al territorio ed alla tradizione, ma anche il desiderio di voler puntare all’eccellenza enologica nella regione. Inoltre, oltre il 74% delle imprese produce vini IGT, evidenziando il desiderio di esplorare nuovi stili enologici per soddisfare una domanda di mercato che apprezza sia la tipicità locale che la creatività vitivinicola.Nel dettaglio, oltre ai vini bianchi (85.2%), rossi (83.3%) e rosati (74.1%) che dominano la produzione delle imprese Assovini
Il 22% delle aziende ha avviato progetti innovativi nei vigneti, mentre il 20,3% ha collaborazioni attive con enti di ricerca.
“Con Assovini Sicilia inizia il rinascimento del vino siciliano”, dichiara Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia. “Dopo 25 anni, la Sicilia del vino si racconta come una realtà contemporanea, dinamica e capace di veicolare storia, cultura e identità attraverso il vino”. Questa capacità di innovazione ha permesso alla Sicilia di affermarsi come un continente vitivinicolo unico, facendo della biodiversità la sua più grande ricchezza.
Transizione generazionale
All’interno di Assovini Sicilia, spicca la predominanza delle aziende agricole, che costituiscono una parte rilevante delle cantine associate. Questo riflette il profondo legame delle cantine alla terra ed alla coltivazione diretta delle uve. Significativa è la presenza di imprese a conduzione familiare, che testimoniano come la passione e le competenze vitivinicole si tramandino nel tempo.Il report evidenzia come il settore abbia saputo affrontare con successo una delle sfide più complesse per le aziende familiari: la transizione generazionale. Il 78% delle aziende ha già integrato una nuova generazione nella gestione, garantendo così continuità e nuovi impulsi. Questa dinamica è stata fondamentale per l’evoluzione del comparto, che ha potuto beneficiare di nuove competenze nel marketing, nella gestione e nella produzione.
In molte aziende, i giovani hanno portato un approccio innovativo, come l'adozione di tecnologie digitali e di pratiche di sostenibilità. Circa l’89,1% delle imprese ha introdotto innovazioni in diversi ambiti: dal processo produttivo al marketing, fino alla gestione delle risorse e al prodotto finale.
Sostenibilità e biodiversità
Sono oltre 11.022 gli ettari coltivati dalle 80 imprese rispondenti, dei quali il 31.2 % in biologico (3.434 ha). Questo evidenzia come sia sempre alto l’interesse verso la sostenibilità ambientale e la salute del consumatore.La sostenibilità è uno dei pilastri del comparto vitivinicolo siciliano.
Ben il 65% delle aziende ha investito in fonti energetiche rinnovabili, mentre il 76,1% ha ottenuto certificazioni biologiche. Il 56,5% delle aziende ha, inoltre, acquisito certificazioni di sostenibilità, confermando l’impegno del settore nella tutela dell’ambiente e nella riduzione dell’impatto ecologico.
Enoturismo: un connubio perfetto tra vino e territorio
L’enoturismo continua a rappresentare uno degli asset strategici per il vino siciliano. L’84,8% delle aziende ha sviluppato servizi dedicati, trasformando cantine e vigneti in luoghi di cultura, accoglienza e scoperta. Questo modello integra degustazioni, esperienze culinarie e visite guidate per raccontare la Sicilia attraverso il vino.
“La cantina non è solo un luogo di produzione, ma un punto di incontro tra cultura e territorio”, afferma Tony Lo Coco, presidente dell’associazione La Sicilia di Ulisse, partner di Assovini. “L’enoturismo è un’esperienza completa che unisce passione per il vino, scoperta del territorio e valorizzazione dell’ospitalità siciliana”. La recente partnership tra Assovini Sicilia e La Sicilia di Ulisse rafforza ulteriormente questo legame, puntando a promuovere l’isola come una destinazione di eccellenza enogastronomica.
Mercati globali e prospettive future
Il vino siciliano si distingue anche per la sua capacità di conquistare i mercati internazionali. Nel 2024, l’Europa si è confermata il principale mercato di riferimento (95,7%), seguita dal Nord America (82,6%), dall’Asia e dall’Oceania. L’attenzione alla qualità e la capacità di rispondere alle nuove tendenze di consumo hanno reso il vino siciliano competitivo anche nei mercati più esigenti.
Il futuro del settore guarda con fiducia all’innovazione, alla digitalizzazione e alla sostenibilità. Progetti di ricerca, come quelli promossi dal Consorzio Doc Sicilia, rappresentano una chiave strategica per mantenere la leadership del comparto e garantire la resilienza del “Vigneto Sicilia”.
Un mosaico di eccellenze
In sintesi, il 2024 ha confermato il vino siciliano come ambasciatore della cultura e dell’identità dell’isola nel mondo. Con una produzione di qualità, un forte impegno per la sostenibilità e un’enorme capacità di innovazione, il comparto vitivinicolo si prepara a raccogliere le sfide del futuro, mantenendo al centro il territorio e le sue eccellenze.