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13/12/2024 08:15:00

Marsala, rinviate due importanti udienze preliminari

 Per un “impedimento” del giudice sono state nuovamente rinviate due importanti udienze preliminari. Una è quella che per bancarotta fraudolenta vede imputato, tra gli altri, il commercialista marsalese Giulio Bellan. E con lui pure l’imprenditore del settore produzione gelati Pietro Buffa.

Per entrambi, lo scorso 7 novembre, il gup ha già accolto la richiesta di giudizio con rito abbreviato. Nella stessa data, Bellan era stato ascoltato in aula, mentre il suo difensore, l’avvocato Giovanni Galfano, produsse una perizia di parte redatta da Luigi Romano.

Il processo doveva entrare nel vivo ieri, con requisitoria del pm e arringhe difensive. Nello stesso procedimento penale, sempre per bancarotta fraudolenta, sono imputati anche altri due imprenditori del settore produzione gelati: Luigi e Giovanna Vinci, padre e figlia, soci e contitolari con Buffa delle stesse aziende (“Vinci srl” e “Vinci sicilian food”).

I due Vinci hanno chiesto di patteggiare la pena, tre anni di reclusione il padre e due la figlia, e il pubblico ministero, il procuratore Fernando Asaro, ha già dato il suo consenso. Il sigillo del giudice Amato ai patteggiamenti dovrebbe arrivare alla prossima udienza. A difendere Bellan è l’avvocato Giovanni Galfano, mentre legale degli altri tre, clienti del noto commercialista, è l’avvocato Salvatore Luigi Sinatra.

Luigi Vinci è un imprenditore abbastanza conosciuto in città anche per essere stato, alcuni anni fa, presidente del Marsala Calcio (si è dimesso a fine novembre 2018). Le sue società finite nell’indagine sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Marsala alcuni anni fa. Le indagini, lunghe e complesse, sono state condotte dai militari della Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, all’epoca comandata dal capitano Luigi Palma, e coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito (attualmente pm alla Procura di Trapani). I reati individuati dalle Fiamme Gialle sono stati bancarotta fraudolenta patrimoniale per circa quattro milioni di euro, bancarotta fraudolenta documentale, bancarotta impropria e falso in bilancio. L’inchiesta è stata avviata nel 2019.

L’altra udienza preliminare rinviata per l’impedimento del giudice è relativa ad una presunta maxi-truffa all’Inps: indennità di disoccupazione per l’accusa “non dovute”. In questo caso, la Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque persone: i mazaresi Sergio Agnello, di 46 anni, Nicolò Passalacqua, di 53, Salvatore Asaro, di 63, Francesco Di Pietra, di 53, e Mehdi Ammari, di 45, residente a Campobello di Mazara. Sono difesi dagli avvocati Francesco Vinci, Stefano Pellegrino, Giuseppe Tumbiolo, Gianni Caracci e Salvatore Tortorici. Un ruolo centrale avrebbe avuto Di Pietra, consulente, nativo di Castelvetrano, al quale nel novembre 2020 venne sequestrato lo studio professionale. Agnello, Passalacqua e Asaro erano titolari di aziende sulla carta operanti nei settori edile, metalmeccanico e agricolo che venivano usate per le assunzioni fittizie. Passalacqua sarebbe stato il “promotore, costitutore e organizzatore del sistema di truffe”. Mehdi Ammari avrebbe avuto il compito di procacciare i lavoratori da assumere sulla carta. Le accuse a vario titolo contestate sono la truffa in concorso e il falso ideologico. Nel novembre 2020, ai cinque furono sequestrati beni per circa un milione di euro. Il danno procurato all’Inps nell’arco di sei anni (dal 2012 al 2018) sarebbe stato di oltre 638 mila euro: somme erogate a titolo di indennità di disoccupazione sulla base di assunzioni, secondo l’accusa “fittizie”, di oltre duecento lavoratori, in buona parte tunisini. Molti dei quali residenti a Mazara, altri a Marsala, Petrosino, Campobello di Mazara, Ribera, Sciacca e anche in centri del nord Italia. I finti lavoratori (194 gli indagati) avrebbero versato ai titolari delle ditte la metà delle indennità. L’indagine è stata svolta dai carabinieri.



Giudiziaria | 2024-12-13 08:15:00
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