Sono arrivato a casa tutto trafelato, sabato sera, per non perdere l'appuntamento con il tiggì delle venti. Mentre vedevo il notiziario, ero in trepidante attesa. Mannaggia, niente. Continuavano gli scenari di guerra nel mondo, dall'Ucraina al Medio Oriente. Porca miseria, mi sono detto, com'è possibile? Cioè, il francescano Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, ha appena acceso niente di meno che l' "albero della Pace", in Piazza Loggia, e non è sucesso nulla? Magari la notizia non è arrivata, boh. Magari non lo sanno ancora. Ho visto il tiggì anche domenica, e anche ieri. Niente. Le guerre continuano, nonostante a Marsala abbiamo l'albero della pace. Sembra uguale ad altri mille alberi di Natale eretti dalle civiche amministrazioni in giro per l'isola. Ma è in realtà, ripeto, l'albero della pace. Com'è che nessuno tra i cattivi del mondo se ne è accorto?
Magari un albero da solo non basta. E' per questo che il celeste Sindaco di Marsala ha altri colpi (a salve, ovvio), in canna, nel ricco programma per le festività natalizie messo a punto tra una nomina e l'altra. Perchè, leggo, il 19 Dicembre abbiamo, perdinci, "l'atleta della pace". Poi si presenta per l'ennesima volta il progetto del waterfront, cioè quello che noi attempati chiamiamo lungomare, ma stavolta, essendo finiti i muretti da abbattere, si ricorre ad un "itinerario di pace".
Se Putin o qualche altro guerrafondaio ancora resistono, il 23 verranno disarmati dalla mossa finale: il pregevole spettacolo a teatro, dal titolo, ovviamente: "Un Natale di Pace". Suggerisco, se non bastasse il già ricco palinsesto: un qualche evento in Largo Pace (esiste, è alla fine di Corso Gramsci). Una cittadinanza onoraria all'eterno presidente della Camera di Commercio, Pino Pace.
Ironia a parte, il Sindaco Grillo sta facendo con la pace quello che ha fatto con i temi della legalità e della lotta alla mafia: saccheggiare un vocabolario (in realtà, una parola) per partorire slogan, delle ideuzze, qualche stereotipo facile da mandar giù, a scopo della sua visibilità. E così come è convinto che intitolare una rotatoria a qualche vittima della mafia gli garantisca chissà quale immunità ed autorevolezza, allo stesso modo, avere un albero di Natale in piazza e metterci accanto il nome "pace", lo farà diventare ambasciatore all'Onu, non so. Oppure magari anela al porporato (lo potevano eleggere arciprete, anziché Sindaco, facevano prima).
Il risultato, di tutto questo sforzo, è che si sfocia involontariamente nel ridicolo: ma davvero si mettono insieme, in un evento, i lavori al lungomare e la pace? E siccome ridicolo e tragico, nelle cose di Sicilia, insieme vanno, si fa anche un danno enorme, banalizzando un concetto, quello della pace, che è invece molto importante e che va praticata, non sbandierata (come la legalità, d'altronde. E per tutti, parla la storia ...). Così, a Marsala si può essere per la pace ma sostenendo sfacciatamente un governo vicino alla lobby delle armi, ci si pulisce la coscienza dando qua e là una cittadinanza onoraria ad uso delle telecamere, o facendo cassa di risonanza per un immigrato che ottiene il suo certificato di "italianità", seguendo il mito del "buon selvaggio" (l'abbiamo addomesticato, adesso è come noi, evviva ...).
Si parla di pace e si riempie la città di telecamere, perché in fondo la pace è questa, la nostra pace, la sicurezza, e pazienza se a pagare sono i poveri Cristi ai quali è facile sequestrare i motorini senza targa mentre vanno a lavorare all'alba. Ma guai a toccare i potenti, guai. Non si turbi la loro, di pace.
Chissà se per il Sindaco Grillo è anche "pace" la buona amministrazione, pare proprio di no. Ha iniziato la sua lunghissima campagna elettorale in vista delle ricandidatura facendo, come al solito, incetta di nomine. Un portavoce organizzatore di eventi, un esperto. Paga il Comune, tanto. Così siamo bravi tutti. La città, per i pochi che ancora si interessano alle cose pubbliche, protesta e si indigna. Lui è imperturbabile. Forse è l'unico davvero in pace a Marsala.
Giacomo Di Girolamo