Sembra che a Marsala sarà il Liceo "Pascasino" a spuntarla. Dalle prime informazioni che arrivano dal tavolo regionale che discute il piano dei tagli della scuola in Sicilia, Marsala, come si sa, perderà un istituto superiore. Sarà purtroppo il "Giovanni XXIII - Cosentino", attualmente diretto da Maria Luisa Asaro, che verrà diviso in tre tronconi. Un pezzo, il Liceo Classico, andrà con il "Pascasino" (che quindi la spunta rispetto al Liceo Scientifico), seguendo il volere dei docenti e dei tanti che si erano espressi in tal senso. Le notizie però non sono ancora ufficiali. L'Industriale, oggi ITT, sarà accorpato al Commerciale "Garibaldi", il Professionale al "Damiani". Avevamo spiegato il caso su Tp24 in un articolo che potete leggere cliccando qui.
Ecco, in sintesi, le principali decisioni prese per il prossimo anno scolastico:
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Agrigento (AG): Accolta integralmente la proposta presentata dalla conferenza provinciale.
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Caltanissetta (CL): Confermate due operazioni come da proposta della conferenza provinciale.
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Ragusa (RG): La conferenza non ha deliberato, ma il provveditore ha proposto due operazioni, di cui solo una prevede un taglio. L’IC Sciascia sarà accorpato con l’IC Caruano, mentre a Comiso la scuola materna Pirandello aggiungerà una nuova sezione.
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Catania (CT): Approvata la proposta della conferenza provinciale, che include interventi complessi nei comuni di Catania, Zafferana, Tremestieri e Giarre.
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Enna (EN): Decisa un’unica operazione: l’istituto Farinato sarà accorpato con il Colaianni.
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Palermo (PA): Cinque operazioni approvate. Rispetto alla proposta iniziale della conferenza provinciale, la novità principale è l’accorpamento dell’IC Antonio Ugo con l’IC Gabelli. Confermata l’unione del plesso di Sciara a Caccamo.
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Trapani (TP): Oltre Marsala (vedi sopra), a Castelvetrano, l’IC Ferrigno accorperà il Titone.
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Messina (ME): Tre operazioni approvate secondo quanto proposto dalla conferenza provinciale.
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Siracusa (SR): Confermate due operazioni, una sulla città di Siracusa e l’altra su Lentini.
CGIL. Si è svolto oggi presso la sede dell’Assessorato regionale all’istruzione della Regione Siciliana l’incontro sul dimensionamento scolastico, che prevede per l’anno scolastico 2025/26 la soppressione di 23 autonomie scolastiche in aggiunta alle 74 già cancellate nell’anno scolastico 2024/25. Delle 23 autonomie scolastiche 5 saranno soppresse a Palermo, 4 a Catania, 3 a Messina e Agrigento, 2 a Trapani, Siracusa, Caltanissetta, 1 ad Enna e Ragusa. Tale dimensionamento ha ricevuto il solo voto contrario della FLC CGIL SICILIA e della Consulta degli studenti.
La FLC CGIL Sicilia, rappresentata dal segretario Adriano Rizza, esprime profonda contrarietà a questa ulteriore riduzione, definendola un colpo gravissimo al diritto allo studio e alla qualità dell’istruzione pubblica nell’isola.
"Questo drastico ridimensionamento è il risultato di una norma voluta dal governo Meloni con il solo obiettivo di risparmiare 88 milioni di euro a livello nazionale, a discapito di studenti, famiglie e lavoratori del comparto scolastico. Non possiamo accettare che il futuro dei nostri giovani venga sacrificato sull’altare dei tagli di bilancio", ha dichiarato Rizza.
“La decisione – spiega – avrà effetti devastanti sulla tenuta del sistema scolastico regionale, già gravemente provato da carenze di personale, strutture inadeguate e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia. La perdita di ulteriori autonomie comporterà accorpamenti forzati, aumento degli alunni per classe, riduzione delle dirigenze scolastiche e peggioramento della qualità dell’insegnamento. Questo provvedimento colpisce soprattutto le aree interne e le zone più svantaggiate, già carenti di servizi essenziali, aggravando le disuguaglianze territoriali e sociali".
“La FLC CGIL chiede con forza il ritiro del piano di dimensionamento – conclude – e l’avvio di un confronto costruttivo con il Ministero dell’Istruzione e le istituzioni regionali per garantire un sistema scolastico pubblico inclusivo e di qualità. Non si può risparmiare sul futuro delle nuove generazioni. L’istruzione è un diritto, non una voce di bilancio da tagliare”.