E’ Gianpaolo Abrignani il nuovo portavoce del sindaco Massimo Grillo, un avvocato, che non esercita.
Si tratta di un fedelissimo di Grillo, già candidato a sostegno dell’attuale sindaco nel 2015, non ci ha riprovato nel 2020.
La prassi di Grillo è stata la stessa: prima gli ha offerto un posto in giunta, in uno dei suoi famosi rimpasti, poi il ruolo di portavoce.
Abrignani non è un comunicatore, non è un giornalista, non è uno spin doctor nè un consulente della comunicazione, non ha un ruolo di dirigenza politica che lo potrebbero giustificare nell’assunzione del ruolo. E’ solamente un amico e sostenitore di Grillo, che dopo anni viene premiato per la fedeltà.
C'è di più. Abrignani non è conosciuto nel mondo dell’informazione, quindi uno dei ruoli che deve esercitare, cioè l’attività di relazione con tali organi è tutta da costruire. Una genialata, per un sindaco che cammina con la zavorra della impopolarità.
Insomma Abrignani, che non ha una infarinatura politica, e questo è per Grillo una cosa eccellente, ha un solo requisito fondamentale: gode della fiducia e amicizia del sindaco.
Il fatto è uno solo: il sindaco non conosce affatto la figura chiave del portavoce, scambiandolo per colui che deve prestargli il fianco, rischiando di perdere ancora di più credibilità e legittimazione.
E pensare che il sindaco di Marsala aveva fatto i salti mortali per regolarizzare la posizione del primo portavoce, Renato Polizzi, che non era giornalista e la legge regionale non consentiva di incaricare portavoce una persona non iscritta all'albo dei giornalisti.
Ci furono molte polemiche a Marsala e non solo. Grillo riuscì a far intervenire l'Ars a livello regionale, e la legge venne cambiata. Magia: il portavoce può essere anche un non giornalista. Il tutto con l'indignazione di Assostampa e Ordine dei Giornalisti.
Certo, poi ci sarebbe da chiedersi come può un portavoce venuto dal nulla realizzare l’informazione politica nel suo complesso, trattandosi di una figura che deve avere una elevata competenza professionale, la voce nel rapporto quotidiano con i media.
Nelle tante carambole del sindaco Grillo c’è, dunque, anche l’ultima nomina, che mira pure a destabilizzare rapporti personali (tanto per cambiare):
Abrignani è vicino al consigliere di opposizione Piero Cavasino, oggi si ritrova però a lavorare sotto braccio con il Primo cittadino.
Chi vuole sminuire il ruolo del portavoce, come ha fatto per ben due volte Grillo, poco conosce le dinamiche del giornalismo e della comunicazione politica, fatto conclamato: la sua comunicazione è stata un boomerang che lo ha reso impopolare come mai nessun altro sindaco prima di lui.
La nuova nomina è l’ennesimo atto di una improvvisazione scriteriata, proprio perché si va a conclusione di mandato sarebbe servita una comunicazione capace di annodare il filo spezzato tra l’Amministrazione e la città, tra la politica e gli assessori. Perchè magari non se sono resi conto, distratti e distanti, ma a pari merito del sindaco non godono di alcun ascendente tra i marsalesi. E non si prepara una prossima campagna elettorale con un portavoce non portavoce, con un comunicatore non comunicatore. Il sindaco non ha scelto il profilo di comunicazione, ha scelto l’amico. E l’abitudine a una disciplina di appartenenza amicale è qualunquista.
Al netto della nomina verrebbe da chiedere a Grillo, graziando Abrignani perché mai ha esercitato tale ruolo, come potrà avere il suo portavoce la capacità di indirizzare, orientare e gestire la comunicazione?
Come potrà servire l’istituzione cittadina senza avere indiscusse competenze professionali e profonda conoscenza della comunicazione? Come potrà confrontarsi con le logiche della politica senza averne dimestichezza e abitudine?
La risposta è semplice. Il portavoce più adatto per Grillo è quello che ha le caratteristiche che servono a sostenere la sua attività: scrivere un dettato.