Il Tribunale di Marsala ha condannato un cittadino marsalese, G.A., per diffamazione a mezzo social nei confronti del comandante della Polizia Municipale di Marsala, Vincenzo Menfi. La vicenda è scaturita da un post pubblicato dall’imputato, nel quale aveva criticato Menfi in relazione al suo ruolo come presidente di una commissione di concorso. Tra l’altro bisogna evidenziare che quel in concorso del Comune di Marsala per l’assunzione di ingegneri, a fronte di sette posti disponibili, sono stati solo sei quelli che poi lo hanno vinto su un centinaio di partecipanti alla selezione.
Il post diffamatorio - Nel messaggio, G.A. aveva scritto: “Basta vedere chi era il presidente di questo concorso, uno che sta lì per raccomandazione, di Partanna, e poi per niente hanno portato voti, per fare eleggere il sindaco e confermare il comandante dei vigili di Partanna”.
Una frase che non solo attaccava direttamente il comandante, ma che conteneva anche un’informazione falsa: Menfi non è originario di Partanna, sebbene abbia ricoperto in passato il ruolo di comandante della Polizia Municipale in quel comune.
Precedenti attacchi - La condotta di G.A. non è stata isolata. La stessa persona, infatti, anni fa, aveva già rivolto pubbliche accuse al comandante Menfi, in occasione della mancata riconferma del suo incarico da parte dell'ex sindaco Alberto Di Girolamo, scrivendo: “Finalmente è stata fatta giustizia”.
Il processo e la condanna - In seguito al post incriminato, Menfi aveva denunciato G.A. per diffamazione. L’uomo aveva già ricevuto un decreto penale di condanna, che aveva impugnato facendo ricorso. Tuttavia, il processo ha confermato la sua responsabilità, portando alla sentenza di condanna. Le affermazioni pubblicate sui social media possano avere conseguenze legali e penali, soprattutto quando configurano reati come la diffamazione. La sentenza è un monito sull’uso responsabile delle piattaforme digitali e sul rispetto della dignità e la reputazione altrui, anche se in una "piazza" virtuale.