Hanno destato molto clamore a Marsala e nel territorio le indagini della Guardia di Finanza di Trapani, coordinate dalla Procura di Marsala, che hanno svelato un complesso sistema di bancarotta fraudolenta orchestrato da un gruppo di società attive nel settore della grande distribuzione. Il tribunale ha disposto il sequestro preventivo di beni e quote societarie per un valore complessivo di oltre 17 milioni di euro, con accuse che spaziano dalla falsificazione di bilanci all’autoriciclaggio.
Le Indagini
Secondo quanto emerso, il sistema fraudolento ruotava attorno a una "holding di fatto", composta da società formalmente indipendenti ma operanti sotto un unico centro decisionale. Le indagini hanno portato alla luce pratiche contabili anomale, destinate a mascherare lo stato di insolvenza delle società, e manovre finanziarie che avrebbero generato un danno economico significativo ai creditori e all’Erario.
Tra le operazioni evidenziate:
- Passaggio di beni e attività tra le società, per eludere le responsabilità verso i creditori.
- Sovrastima di avviamenti e valori patrimoniali per nascondere la reale situazione economica.
- Emissione di fatture per operazioni inesistenti, utilizzate per giustificare flussi di denaro sospetti.
- Creazione di debiti fittizi per simulare trasferimenti legittimi di risorse tra le società.
Le Società Sequestrate
Il provvedimento giudiziario ha interessato cinque società, ritenute centrali, secondo le accuse, nel sistema al centro delle indagini:
- Lilibeo Distribuzione Srl, attiva nella gestione di punti vendita.
- G.BE.Com. S.r.l., che gestiva il patrimonio immobiliare del gruppo, incluse locazioni di supermercati a canoni vantaggiosi per le altre società.
- Le Egadi S.r.l. e Le Orchidee S.r.l., impiegate per la gestione di supermercati.
- Pet City Srl, coinvolta nella distribuzione alimentare.
Gli Indagati
Sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati, accusate di aver orchestrato e gestito il sistema fraudolento.
- P.E., ritenuto il coordinatore delle operazioni.
- P.V. e P.W., coinvolti nella gestione operativa delle società.
- S.M., responsabile della società immobiliare del gruppo.
- G.G., con un ruolo di compartecipazione nelle attività societarie.
- M.L., utilizzato come prestanome per schermare le operazioni illecite.
Le Accuse
Gli inquirenti contestano reati quali:
- Bancarotta fraudolenta, aggravata dalla natura dolosa e dall’entità del danno patrimoniale.
- Falsificazione di bilanci, per mascherare la reale situazione economica delle società.
- Autoriciclaggio, per reinvestire i proventi delle attività illecite.
- Sottrazione al pagamento delle imposte, tramite manovre contabili e fiscali fraudolente.
Il Modus Operandi
Le indagini hanno svelato come, secondo l'accusa, le società del gruppo fossero gestite in modo centralizzato, con l'obiettivo di nascondere le difficoltà economiche e sottrarre risorse. Una delle pratiche più ricorrenti era la cessione di attività e passività tra società collegate, spesso accompagnata da anomalie contabili come la sovrastima degli avviamenti.
Un esempio significativo, spiegano in Procura, riguarda la G.BE.Com. S.r.l., che affittava i supermercati a canoni ridotti alle altre società del gruppo, generando vantaggi indebiti e sottraendo risorse ai creditori.
Le Misure Adottate
Il tribunale ha disposto:
- Il sequestro preventivo delle quote societarie e di beni immobili, per impedire ulteriori danni economici.
- Il congelamento di flussi finanziari sospetti, per evitare che i proventi delle attività illecite fossero reinvestiti o occultati.