Un passo avanti nella promozione della funzione risocializzante della pena è stato compiuto a Trapani con la sottoscrizione di un importante accordo di collaborazione per la valorizzazione del lavoro di pubblica utilità. L’iniziativa, avvenuta venerdì 29 novembre 2024, coinvolge il Comune di Trapani, la Casa Circondariale (CC) di Trapani, l’Ufficio di Sorveglianza e l’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna (UEPE).
Il documento è stato firmato dal Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, dal Direttore della Casa Circondariale, Renato Persico, dai magistrati Simone Alecci e Chiara Pesavento, coordinatori dell’Ufficio di Sorveglianza, e dalla Direttrice dell’UEPE di Trapani, Rosanna Provenzano. L’accordo è frutto di un’iniziativa promossa dall’UEPE di Trapani, anche su impulso del Garante per i diritti fondamentali dei detenuti della Regione Sicilia.
Obiettivi e finalità dell’accordo
L’iniziativa si fonda sull’articolo 20-ter dell’ordinamento penitenziario, che regola l’assegnazione di lavori di pubblica utilità ai detenuti. L’obiettivo è duplice: favorire la reintegrazione sociale dei soggetti sottoposti a esecuzione penale e offrire un beneficio concreto alla collettività attraverso attività lavorative utili. Questa forma di impiego, oltre a costituire una riparazione simbolica del danno arrecato, mira a ricostruire il “patto di comunità” spezzato dall’azione deviante. L’accordo permette di costruire una rete di governance tra le amministrazioni coinvolte, contribuendo a ridurre il divario tra la popolazione carceraria e il mondo esterno.
Un modello di inclusione sociale
La firma dell’accordo rappresenta un impegno concreto per attuare i principi costituzionali sanciti dall’articolo 27, che sottolinea la funzione rieducativa della pena. Trapani si propone così come modello di inclusione sociale, in cui il lavoro diventa uno strumento per favorire il reinserimento nella società, promuovendo al contempo una maggiore coesione sociale.