A pochi giorni dall’avvio della nuova edizione del “Festival Paladino d’Oro”, si riaccendono le polemiche legate alla tragedia che lo scorso anno colpì Alberto Re, morto suicida in un drammatico contesto di sciacallaggio mediatico e social. La figlia di Alberto, Natalia Re, insieme ai suoi familiari, ha diffuso una nota in cui prende ufficialmente le distanze dalla manifestazione e dal suo Direttore Artistico, Roberto Marco Oddo.
La tragedia e le accuse
Natalia Re ha ricordato con dolore quanto accaduto: il padre sarebbe stato vittima di un attacco mediatico che avrebbe gravemente compromesso la sua dignità, portandolo al gesto estremo. “Purtroppo – scrive Natalia – una comunicazione leggera e pericolosa ha trasformato una figura vulnerabile in un bersaglio facile”.
Nonostante l’enorme impatto della tragedia, i familiari lamentano la totale mancanza di vicinanza da parte di Oddo e dell’organizzazione del Festival. “Quelle giornate per noi furono devastanti. Solo tra di noi ci siamo sostenuti. Oddo mi comunicò la notizia della morte di mio padre con un freddo messaggio WhatsApp, la mattina del 22 novembre 2023. E il Festival si svolse comunque, venendo addirittura celebrato come un ‘grande successo’. Un ossimoro che chiunque può comprendere”, prosegue la nota.
Una ferita ancora aperta
Il fascicolo d’inchiesta per istigazione al suicidio, aperto dalla Procura di Agrigento, resta ancora in corso. Natalia sottolinea l’importanza della solidarietà ricevuta solo da alcune istituzioni, come il Prefetto Filippo Romano, la Questura e la Procura di Agrigento, che hanno dimostrato umanità e comprensione.
Dissociazione e diffida
Oggi, con la nuova edizione del Festival alle porte, Natalia Re annuncia una netta presa di posizione: “Diffido il Direttore Artistico dal citare il nome di mio padre Alberto Re in qualsiasi contesto legato al Festival Paladino d’Oro”. La famiglia, insieme al Movimento Italiano per la Gentilezza, presieduto dalla stessa Natalia, si dissocia completamente dall’evento, esprimendo l’auspicio che si possa fare maggiore attenzione all’uso delle parole e al rispetto della dignità umana.
“Probabilmente, chi utilizza le parole per professione dovrebbe farlo con maggiore senso di responsabilità e sensibilità”, conclude Natalia, lanciando un monito a tutti i protagonisti del mondo della comunicazione.