La crisi idrica in Sicilia continua a generare tensioni tra le comunità colpite e all’interno delle istituzioni. Nelle ultime ore, la tregua raggiunta tra i sindaci dell’Ennese e quelli del Nisseno ha riportato parzialmente la calma, ma le polemiche politiche restano incandescenti.
La tregua tra i territori
Questa mattina, presso la Prefettura di Enna, si è tenuta una riunione con il coordinatore della Cabina di regia per l’emergenza idrica, Salvo Cocina, e i sindaci dei comuni ennesi – Troina, Cerami, Gagliano Castelferrato, Nicosia e Sperlinga – che nei giorni scorsi avevano occupato la diga Ancipa, interrompendo il flusso d’acqua verso Caltanissetta e San Cataldo.
L’occupazione, avvenuta sabato mattina, era stata provocata dalla decisione di continuare l’erogazione dell’acqua verso il Nisseno nonostante gli accordi precedenti prevedessero l’uso esclusivo delle scorte per i comuni ennesi. L’accordo raggiunto prevede che l’acqua della diga torni a Caltanissetta e San Cataldo, ma con una condizione: il volume della diga non deve scendere sotto i 500mila metri cubi.
Un equilibrio precario
Il nuovo accordo prevede una turnazione alternata: tre giorni di apertura delle condotte verso Caltanissetta e tre giorni per i serbatoi dei comuni ennesi. L’obiettivo è ridurre le turnazioni che attualmente garantiscono l’acqua ai comuni ennesi solo una volta ogni sei o sette giorni.
L’occupazione della diga potrebbe essere revocata già oggi, ma il compromesso resta fragile. Gli ennesi dipendono interamente dalla diga Ancipa per l’approvvigionamento idrico, mentre Caltanissetta e San Cataldo hanno altre fonti, anche se insufficienti per soddisfare le loro necessità.
Le polemiche politiche
Mentre sul campo si tenta di bilanciare le esigenze delle comunità, sul fronte politico esplodono le polemiche. Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, ha duramente criticato il deputato regionale e sindaco di Troina, Fabio Venezia, accusandolo di usare toni irresponsabili e di compiere atti inaccettabili.
"Chi governa deve fare scelte che tengano conto di tutte le necessità delle comunità," ha dichiarato Pellegrino, riferendosi alla decisione di Venezia di occupare la diga insieme ai cittadini ennesi. Pellegrino ha poi sottolineato che il Governo Schifani sta cercando di bilanciare le risorse per evitare che le difficoltà gravino esclusivamente su alcune aree.
Il capogruppo di Forza Italia ha inoltre accusato Venezia di fomentare tensioni sociali, definendo il suo operato un atto che interrompe un servizio pubblico e crea divisioni tra le comunità.
Un problema strutturale
La crisi idrica legata alla diga Ancipa è solo la punta dell’iceberg di una gestione delle risorse idriche che necessita di soluzioni a lungo termine. Gli effetti della siccità, combinati con infrastrutture obsolete e una distribuzione disomogenea delle risorse, continuano a mettere a dura prova la tenuta sociale ed economica delle comunità coinvolte.
Nonostante le ultime piogge abbiano fatto innalzare il livello dell’acqua della diga di oltre 80 centimetri, la situazione rimane critica, e le tensioni tra le diverse aree della Sicilia dimostrano quanto sia urgente trovare un modello di gestione più equo e sostenibile.