Si chiude definitivamente la vicenda giudiziaria che ha visto protagonisti Giuseppe Bica e Nicola Catania, entrambi esponenti di Fratelli d'Italia, per il seggio all'Assemblea Regionale Siciliana. La Corte di Cassazione si è espressa rigettando il ricorso di Nicola Catania, confermando così la sentenza d'Appello che aveva assegnato il posto a Peppe Bica, sancendo l'esclusione definitiva di Catania dall'Ars.
La disputa era iniziata subito dopo le elezioni regionali e si era trascinata per mesi nei tribunali, con il ribaltamento della situazione in Appello che aveva dato ragione a Bica. La sentenza della Cassazione, arrivata nelle scorse ore, mette ora la parola fine a un caso che ha avuto ripercussioni anche politiche all'interno di Fratelli d'Italia.
Le tensioni in Fratelli d’Italia
La lite per il seggio ha acuito le divisioni interne al partito, già provato da equilibri fragili e tensioni tra correnti. La spaccatura è emersa chiaramente durante i mesi della contesa, con schieramenti trasversali a sostegno dei due protagonisti. Sebbene Bica sia uscito vincitore dalla querelle, le tensioni interne hanno lasciato strascichi che rischiano di condizionare ulteriormente la coesione del gruppo parlamentare regionale di Fratelli d’Italia.
Il ruolo di Catania nella segreteria di Galvagno
Nonostante l'esclusione dall'Ars, Nicola Catania si è comunque "consolato" trovando un nuovo ruolo istituzionale. L'ex deputato è stato infatti inserito nella segreteria particolare del presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno. Un incarico che gli permette di rimanere vicino alla politica attiva e di mantenere una posizione di rilievo nella macchina amministrativa dell'Assemblea Regionale.
Resta ora da vedere come Fratelli d’Italia saprà gestire le conseguenze di questa battaglia interna e se riuscirà a ritrovare un equilibrio nel delicato panorama politico regionale.