L’avvocato Nicola Gaudino, difensore del pregiudicato marsalese Giovanni Parrinello, processato davanti la Corte d’assise di Trapani per l’omicidio del 60enne marsalese Antonino Titone, ucciso il 26 settembre 2022 nella sua abitazione di via Nicolò Fabrizi, in zona Porticella, interviene per alcune precisazioni in merito all’ultima udienza.
Spiegando, in particolare, che “la madre della Scandaliato, escussa in udienza, aveva "osteggiato" la frequentazione del Parrinello da parte della figlia in quanto aveva ricevuto notizia da voci di quartiere che il Parrinello era un tipo poco raccomandabile a causa dei suoi precedenti penali”; che “l' istruttoria dibattimentale è giunta al termine in quanto sono stati già escussi tutti i testimoni della procura e dei difensori degli imputati, mentre nessun teste è stato escusso dalla parte civile che non ha depositato alcuna lista testi” e infine che “nonostante le richieste ex. 507 cpp inerenti l’approfondimento sulle analisi di un coltello siano state rigettate, il sottoscritto difensore del Parrinello è riuscito comunque a far ammettere ai fini probatori la relazione tecnica redatta dalla polizia scientifica in merito ai suddetti accertamenti sul coltello in oggetto”.
Giovanni Parrinello e Lara Scandaliato sono accusati anche di rapina, perché dopo l’omicidio si sarebbero impossessati del portafoglio del Titone, dal quale il Parrinello vantava un credito. Sarebbe stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti.