Emergono nuovi particolari dall'inchiesta sulle presunte violenze e torture avvenute all’interno del carcere Pietro Cerulli. Nell’indagine, che conta 55 indagati tra agenti della polizia penitenziaria e personale, sono emersi gravi episodi di maltrattamenti nei confronti di detenuti, in particolare quelli considerati più vulnerabili.
Nomi degli indagati
Di seguito, riportiamo i nomi delle persone coinvolte, in ottemperanza al diritto/dovere di cronaca e in quanto contenuti nel decreto di perquisizione. Ricordiamo che tutti gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a prova contraria, come sancito dal principio di non colpevolezza, e che l’inchiesta è ancora in corso:
Pietro Angelo
Claudio Angileri
Salvatore Angileri
Massimo Anzelmo
Angelo Baiata
Paola Patrizia Basiricò
Filippo Bucaria
Stefano Candito
Francesco Cardella
Paolo Cassiba
Vito Cisaro
Leonardo Crapanzano
Salvatore Curatolo
Giovanni D’Amico
Michele Delcioni
Claudio Di Dia
Antonio Di Pasquale
Angelo Drago
Antonino Fazio
Antonino Ficara
Giacomo Genovese
Giuseppe Gervasi
Giacomo Giuliana
Filippo Guaiana
Alessandro Iabichella
Francesco Marrone
Giuseppe Martines
Antonio Mazzara
Antonino Mazzara
Rosario Miceli
Guglielmo Montalto
Andrea Motugno
Francesco Pantaleo
Roberto Passalacqua
Andrea Pisciotta
Giuseppe Francesco Prestifilippo
Vincenzo Rallo
Nicolò Rondello
Giacomo Ruggirello
Sebastiano Santoro
Sergio Savona
Salvatore Schifano
Francesco Sugamiele (classe 1968)
Francesco Sugamiele (classe 1971)
Pasquale Tartamella
Salvatore Todaro
Le accuse
Gli indagati sono accusati a vario titolo di reati che vanno dalla tortura, calunnie e falso in atti pubblici fino a percosse e trattamenti degradanti. Gli episodi emersi includono presunte aggressioni, umiliazioni e maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti dei detenuti, con aggravanti legate alla loro posizione di pubblici ufficiali.
L’inchiesta, ancora in corso, evidenzia un quadro inquietante che ha sollevato interrogativi sulle condizioni delle carceri e sulla tutela dei diritti fondamentali dei detenuti. È doveroso sottolineare che l’attività investigativa non coinvolge la direzione del carcere, che ha anzi collaborato con le autorità competenti.
Il contesto
Questa pubblicazione si pone nell’ambito di un esercizio di trasparenza e informazione, garantendo il diritto all’opinione pubblica di conoscere i dettagli di un’indagine di rilevanza sociale e istituzionale. Resta centrale il principio di presunzione di innocenza, fino a eventuali accertamenti definitivi in sede giudiziaria.