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19/11/2024 07:36:00

Processo omicidio Titone, Parrinello chiede scusa ai familiari: "Non volevo uccidere"

 E’ ormai in dirittura d’arrivo, in Corte d’assise, a Trapani, il processo per l’omicidio del 60enne marsalese Antonino Titone, detto “u baruni”, ucciso il 26 settembre 2022 nella sua abitazione di via Nicolò Fabrizi, in zona Porticella. Per il delitto sono imputati Giovanni Parrinello, pregiudicato per rapina, e la compagna Lara Scandaliato. Due i testi ascoltati nell’ultima udienza, entrati chiamati a deporre dalla difesa (avvocato Salvatore Fratelli) della Scandaliato.

A testimoniare sono stati la madre di quest’ultima, che ha parlato dei rapporti tra la figlia e il Parrinello, e poi la psicologa Rita Chianese. In particolare - la madre della Scandaliato, escussa in udienza, aveva "osteggiato" la frequentazione del Parrinello da parte della figlia in quanto aveva ricevuto notizia, da voci di quartiere, che il Parrinello era un tipo poco raccomandabile a causa dei suoi precedenti penali. 
 

Successivamente, Giovanni Parrinello ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee. Il pregiudicato ha cercato di contrastare la versione dei datti della Scandaliato. Poi, ha anche chiesto scusa ai familiari del Titone, dicendo poi che non c'era alcuna premeditazione e che lui non avrebbe voluto uccidere il Titone, ma che le cose sono andate così.

L'istruttoria dibattimentale è giunta al termine in quanto sono stati già escussi tutti i testimoni della procura e dei difensori degli imputati, mentre nessun teste è stato escusso dalla parte civile che non ha depositato alcuna lista testi;

Subito dopo, il difensore di Parrinello, l’avvocato Nicola Gaudino, ha chiesto una perizia psichiatrica e di risentire due testi per riferire sul dna presente su un coltello che era all'interno dell'abitazione. Entrambe le richieste sono state respinte dai giudici. Nonostante le richieste ex. 507 cpp inerenti l'approfondimento sulle analisi di un coltello siano state rigettate, il difensore del Parrinello è riuscito comunque a far ammettere ai fini probatori la relazione tecnica redatta dalla polizia scientifica in merito ai suddetti accertamenti sul coltello in oggetto. La requisitoria del pm e le arringhe degli avvocati sono previste per il 2 dicembre. La sentenza potrebbe essere emessa il 16 dicembre. Nel processo, è parte civile una sorella della vittima, rappresentata dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta.

I due imputati sono accusati anche di rapina, perché dopo l’omicidio si sarebbero impossessati del portafoglio del Titone, dal quale il Parrinello vantava un credito. Sarebbe stata questa la causa scatenante del delitto. Fu la Scandaliato, lo stesso giorno dell’omicidio, interrogata dai carabinieri, ad accusare il compagno e a far ritrovare l’arma: un piccolo piede di porco. Secondo gli investigatori, alla base del fatto di sangue ci sarebbe stato, molto probabilmente, un vecchio
debito non saldato della vittima per una fornitura di stupefacenti.



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