Quando un bambino arriva troppo presto, il mondo dei genitori e delle loro famiglie cambia in un istante.
Lo spazio che immaginavano per accoglierlo – fatto di culle, abbracci e nuove scoperte – si sposta in un luogo diverso, inatteso. È il reparto di Neonatologia, che diventa subito una seconda casa. Non è una metafora: è il cuore di ciò che rappresenta la Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra ogni 17 novembre.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani aderisce con una settimana di eventi dedicati al tema. Con la campagna “Accendiamo i riflettori sulla prematurità - Illuminiamo l’ASP e la provincia di Trapani di Viola”, ospedali e monumenti saranno illuminati di viola, simbolo universale della prematurità. Ma il fulcro della ricorrenza sarà proprio questa domenica di metà novembre, con un incontro speciale presso l’Istituto Maria S.S. Incoronata a Casa Santa, dalle 9.30 alle 12.30.
L’evento è dedicato alle famiglie dei bambini nati prematuri, seguiti dal reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’ospedale Sant’Antonio Abate. Sarà un’occasione preziosa per condividere storie, esperienze e creare una rete di sostegno tra chi affronta un percorso così particolare. Per tutta la mattina, i genitori potranno confrontarsi anche con i professionisti che li hanno accompagnati in questo viaggio, in un clima di accoglienza che va ben oltre le pareti dell’ospedale.
Parallelamente, il reparto di Terapia Intensiva Neonatale aprirà le porte ai fratelli, ai nonni e agli zii dei piccoli ricoverati, accogliendo tutte le persone che fanno parte della quotidianità di queste famiglie. È un modo per rendere visibile il legame che unisce il reparto e i genitori in un percorso di crescita e speranza condivisa.
“Sarà un giorno – dice il Direttore generale dell’ASP, Ferdinando Croce - in cui tutte le città in Italia avranno l’occasione di essere unite in un abbraccio solidale virtuale sotto un solo colore, il viola simbolo della prematurità, per aumentare la consapevolezza sulle sfide che devono affrontare questi piccoli guerrieri”.
La prematurità è una sfida per il neonato e per chi lo ama. Nel mondo, un bambino su dieci nasce prima del termine; in Italia, circa 30mila ogni anno. Tra questi, uno su cento è un "grande prematuro", nato prima della 32ª settimana. Per loro, il reparto di Terapia Intensiva Neonatale non è solo un luogo di cure avanzate, ma un ambiente dove si costruiscono legami profondi, fatti di sguardi e silenzi che parlano più delle parole. Sono tantissime le storie che si incrociano in reparto.
Al Sant’Antonio Abate di Trapani, il personale medico e infermieristico sa che accompagnare un bambino prematuro nella sua crescita significa prendersi cura anche delle sue famiglie. La Neonatologia diventa un rifugio, un luogo sicuro in cui la paura abbraccia la speranza. Qui, ogni gesto – il monitoraggio, la nutrizione, il conforto – è un atto di accoglienza. Si va oltre la condivisione del percorso clinico, si tesse una rete affettiva che accoglie ogni nuovo piccolo arrivato con una luce che sarà solo sua. Nei giorni più difficili, quella rete diventa la forza dei genitori, che trovano in medici e infermieri non solo operatori sanitari, ma compagni di un viaggio che continua anche dopo la dimissione. Perché, ed è bello poterlo raccontare, i legami che si intrecciano intorno alla vita di un prematuro non si spezzano mai, ma continuano a brillare, come stelle che illuminano il cammino oltre il reparto.
Perché la prematurità non è una lotta da affrontare da soli, ma un cammino condiviso. E nei corridoi della Neonatologia, ogni giorno si impara che la forza non è mai individuale. Si costruisce insieme. E insieme, si cresce.
Ines D'Orazio