Era il 2022, mese di marzo, l’allora assessore alla Salute Ruggero Razza emanava un decreto assessoriale su “Indirizzi per il completamento della rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili. Modalità di accesso dei soggetti privati ai posti RSA disponibili”. Razza aveva capito, anche in seguito alla pandemia da Covid, che bisognava avviare quella procedura per snellire le liste di attesa e soprattutto per dare una risposta concreta alle difficoltà dei fragili.
Il fine, infatti, era quello di assicurare la piena realizzazione dei posti di RSA programmati, di dover riassegnare i posti non attivati da parte del pubblico a nuove iniziative da parte del settore privato.
La valutazione delle istanze, pervenute da parte dei soggetti privati per i posti disponibili, doveva essere effettuata a cura di un apposito nucleo di valutazione.
Il decreto si inseriva nel quadro di quello assessoriale del 24 maggio 2010, che a sua volta aveva approvato gli indirizzi per la riorganizzazione ed il potenziamento della rete regionale di residenzialità per i soggetti fragili. La ricognizione del 2021 faceva emergere il mancato completamento dell’attivazione dei posti programmati in quota pubblica a causa della carenza di relativo personale nelle Azienda Sanitarie Provinciali, al fine di assicurare la piena realizzazione dei posti di RSA ha ritenuto opportuno riassegnare i posti non attivati dal pubblico in favore di nuove iniziative da parte del settore privato.
Dopo quasi tre anni è tutto ancora fermo, nonostante i privati abbiano già partecipato al bando, riuscendo così a coprire (sulla carta) i posti mancanti.
Eppure il potenziamento di queste strutture contribuirebbe notevolmente all’abbattimento delle liste di attesa negli ospedali, si libererebbero molti posti letto, poiché i pazienti ricoverati negli ospedali, una volta stabilizzati, potrebbero essere trasferiti in tali strutture.
Secondo i dati Istat si evince come la popolazione stia invecchiando molto velocemente, gli over 65 sono aumentati dal 15,3% al 23,4% in soli trent’anni. A mancare sarebbero circa duemila posti presso le residenze sanitarie assistite, che devono seguirei criteri e caratteristiche ben precise perché lì vanno i ricoveri di lunga degenza, pazienti cioè che hanno bisogno di cure continue e che non possono per la loro particolarità essere fatte a casa.
In Sicilia le strutture per anziani accreditate e convenzionate sono circa 42 per 1.674 posti letto.
Cosa aspetta l’assessorato regionale a completare l’iter pubblicando la graduatoria di chi ha partecipato?
Nel frattempo sulle nuove RSA non può sfuggire il caso Trapani, la costruzione della struttura alle spalle di via Fardella, è stata iniziata nell'Agosto 2017: il fabbricato, che si estende in un'area di 8400 metri quadri per un volume di 20mila metricubi, è destinato ad ospitare una Rsa per 50 posti letto, più una Comunità Terapeutica Assistita da 20 posti letto. Ma la zona, come ha scoperto Tp24, è individuata nel Piano regolatore come "spazio pubblico a verde di progetto".
Con l'amministrazione Tranchida la delibera sulla costruzione della Rsa arriva in consiglio comunale e viene approvata il 21 marzo 2019.
Ma come è stato possibile se quel lotto di terreno era destinato ad "area per spazi pubblici attrezzati a parco per il gioco e lo sport”? Dalla relazione tecnico - illustrativa emerge che tutto si basa sulla legge 104 del 1992. Al comma 6 dell'articolo 10 è infatti specificato che "l'approvazione dei progetti edilizi presentati da soggetti pubblici o privati concernenti immobili da destinare alle comunità alloggi ed ai centri socio-riabilitativi (...) con vincolo di destinazione almeno ventennale all'uso effettivo dell'immobile per gli scopi di cui alla presente legge, ove localizzati in aree vincolate o a diversa specifica destinazione (...) costituisce variante del piano regolatore. Il venir meno dell'uso effettivo per gli scopi di cui alla presente legge prima del ventesimo anno comporta il ripristino della originaria destinazione urbanistica dell'area".
C'è poi il nodo di Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, che ha fatto obiezioni nelle prime due conferenze di servizi, e poi non si è presentata alla terza. Inoltre la struttura sorge accanto all'area destinata al sottopasso che Rfi dovrebbe realizzare, e che mal si concilierebbe con le esigenze di quiete della struttura. La concessione edilizia, inoltre, sarebbe scaduta a Giugno di quest'anno, ed i lavori sono fermi. Si aspettano sempre parole di chiarezza da parte dell'Amministrazione Comunale.