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15/11/2024 06:00:00

Violenza di genere, un problema di sanità pubblica

 Cinque sono le vittime di femminicidio del mese di settembre: Ana, Roua, Giusy, Martina, Maria. Avevano 38, 34, 43, 25, 42 anni. Tutti delitti consumati da mariti o ex compagni, armi da taglio utilizzate e da fuoco.


Giusy e Martina erano mamma e figlia, aveva 25 anni quando suo padre ha deciso di sparare a tutti e tre i figli e a sua moglie. Martina non ce l’ha fatta. Vittima di violenza assistita, domestica, uccisa.


Persone rubate alla vita, una violenza endemica che raccontano storie trasversali di donne e uomini, di figli, che vivono nella disperazione o in attesa dell’ultimo atto della violenza.
Non c’è un target sociali predefinito, un’escalation di ferocia fino a diventare piaga sociale e declino di valori individuali.

Violenza come problema di Sanità pubblica

La violenza di genere rappresenta un importante problema di Sanità pubblica, ci sono effetti negativi a breve e a lungo termine sia sulla salute fisica che su quella mentale e sessuale.
Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto la violenza di genere come uno dei principali fattori di rischio di morte prematura per le donne.
Le Nazioni Unite definiscono la violenza contro le donne come “qualsiasi atto di violenza di genere che provochi, o possa provocare, danni o sofferenze fisiche, sessuali o mentali alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che avvenga in pubblico che nella vita privata” (articolo 1, dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne).
Le donne che hanno subito violenza hanno una prevalenza di problemi di salute doppia o tripla rispetto a una popolazione di controllo.

Istat e Ministero della Salute
Nel 2019 eÌ€ stata istituita la “Banca dati sulla violenza di genere” che prevede la collaborazione tra ISTAT e Ministero della Salute al fine di monitorare la “pandemia silente”. L’analisi integrata dei flussi sanitari che provengono da dati di interconnessione forniti dai Pronto Soccorso, dall’assistenza in Emergenza-Urgenza e dalle Schede di Dimissioni Ospedaliere, in aggiunta alle Cause di Morte, potrà fornire un quadro piuÌ€ fedele e preciso di questa emergenza cronica. Il coinvolgimento di più Pronto Soccorso, centri antiviolenza e case rifugio permette di valutare nel tempo le modificazioni epigenetiche delle donne, indicando possibili target molecolari per una prevenzione di precisione al fine di limitare l’insorgenza degli effetti a lungo termine.
La sanità pubblica riveste un ruolo centrale nel proporre una serie di strategie innovative e d’interconnessione per garantire alla donna che ha subito violenza un’assistenza di lungo periodo, cosiÌ€ da contrastare e limitare l’insorgenza di patologie croniche e non trasmissibili che potrebbero avere origine proprio dal trauma subito. Conoscendo sia il profilo di rischio sia quello epigenetico si potranno proporre strategie innovative in grado di intervenire sulla prevenzione degli effetti a lungo termine. I costi della violenza gravano fortemente sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e solo attraverso una prevenzione di precisione e un sostegno alla ricerca si potrà combattere questo fenomeno.


A chi rivolgersi
112: chiamare il numero di emergenza senza esitare, né rimandare in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica, se si è vittima di violenza psicologica, se si sta fuggendo con i figli, se il maltrattante possiede armi.
1522: numero antiviolenza e antistalking attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L'App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici. E' possibile chattare anche attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522
App YouPol: realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza.



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