Dieci mesi. Dieci lunghissimi mesi. Dieci mesi in attesa di un esito istologico, uno di quei referti che possono cambiare la vita, e ancora nulla. È la situazione che Adele Pineda, assessora ai Servizi Sociali del comune di Pantelleria, sta affrontando in prima persona e che ha deciso di denunciare pubblicamente con una lettera aperta indirizzata all’Asp di Trapani.
L’assessora racconta la sua esperienza e si fa portavoce di un disagio che, a suo dire, è condiviso da molti altri cittadini dell’isola. La vicenda inizia nel dicembre 2023, quando Pineda si è sottoposta a un controllo per alcuni sintomi persistenti. Durante l’esame, le è stato prelevato un polipo per sottoporlo ad analisi istologica. Da allora sono trascorsi dieci mesi, ma del referto ancora nessuna traccia.
"Un’attesa che non depone a favore della sanità siciliana"
«Come si sentirebbe – scrive Pineda nella sua lettera – se dopo 10 mesi non avesse ancora ricevuto l’esito di un esame istologico? Continuerebbe ad aspettare tranquillamente o segnalerebbe una situazione che sicuramente non depone a favore della sanità siciliana e, ancor di più, di quella di Pantelleria?». Con queste parole, l’assessora pone l’accento sull’importanza della tempestività in ambito sanitario, specie per esami che possono rilevare situazioni di potenziale gravità.
Inizialmente, racconta Pineda, le era stato detto che non c’era motivo di preoccuparsi: sarebbe stata contattata solo in caso di risultati preoccupanti. Tuttavia, i suoi sintomi non sono mai scomparsi, spingendola a effettuare un’ulteriore visita specialistica tre settimane fa, durante la quale le è stato chiesto il referto dell’esame istologico. Solo in quel momento ha scoperto che molti esami del 2024 erano ancora in attesa di essere analizzati e che solo ora stavano uscendo i primi referti.
Un appello all’Asp di Trapani: "Esistono giustificazioni per questa situazione?"
Nella lettera, l’assessora chiede chiarimenti alle autorità sanitarie, domandandosi se ci siano giustificazioni per quella che definisce una «situazione superficiale e irresponsabile». «Si è valutato il fatto che in un arco temporale così ampio qualunque situazione potrebbe essere degenerata, diventando “qualcosa” a cui non è più possibile porre rimedio?» si interroga, sottolineando i rischi di diagnosi tardive. Pineda auspica che i pazienti vengano informati preventivamente di eventuali ritardi nei referti, in modo da poter valutare la possibilità di rivolgersi a strutture private per ottenere risposte in tempi più rapidi.
La richiesta di un chiarimento ufficiale
Con la lettera, l’assessora Pineda chiede formalmente all’Asp di Trapani di conoscere le ragioni di questi ritardi e auspica una risposta chiara da parte della sanità siciliana, al fine di evitare che altre persone si trovino a vivere situazioni simili. «Spero di non dover ricorrere all’intervento di un legale», conclude, esprimendo il desiderio di vedere risolta questa vicenda senza ulteriori complicazioni.
La denuncia di Adele Pineda getta luce su un problema che molti pazienti della sanità pubblica, in particolare nelle aree più periferiche come Pantelleria, devono affrontare: la difficoltà di ottenere esiti diagnostici in tempi congrui. Una problematica che solleva interrogativi sull’efficienza e la trasparenza dei servizi sanitari, in un contesto dove il diritto alla salute dovrebbe sempre essere una priorità.