È stato presentato pochi giorni fa, l’ultimo rendiconto sociale INPS incentrato sulla Sicilia. Un rendiconto che offre un quadro crudo e realistico delle condizioni del mercato del lavoro siciliane, sempre più caratterizzate da precarietà, incertezza e un certo grado di improduttività. Se è vero infatti che cresce il PIL della Sicilia, attualmente intorno a 82 milioni di euro, è vero anche – e lo fa notare il rendiconto INPS – che tale crescita è misurata sul calo drastico che si è registrato negli anni della pandemia, 2019-2021. In altre parole non si tratta di una crescita in senso assoluto: il valore del PIL siciliano è lo stesso di quello di dieci anni fa.
Il mercato del lavoro in Sicilia nel dettaglio
Secondo quanto ci dice il rendiconto sociale INPS, in Sicilia l’andamento del lavoro procede in positivo: il tasso di disoccupazione è diminuito, seppur di poco (-0.8% rispetto all’anno precedente); scende pure il numero degli inattivi (-2.3%) dentro cui rientra quella parte di popolazione che non lavora, compresi gli studenti; i NEET, ovvero coloro che non studiano e non cercano un’occupazione, nella fascia 15-29 anni sono a -4.7% rispetto allo scorso anno.
Eppure ci sono delle precisazioni da fare. Perché l’occupazione cresce, è vero: ma solo quella precaria. Rispetto al 2022, l’aumento ha interessato soltanto i contratti a tempo determinato (+4.11%) e il lavoro stagionale (+7%). I contratti a tempo indeterminato invece sono diminuiti in un anno di 9.508 unità (-4.54%). Come fa notare INPS nel rapporto, ad avere un peso maggiore sono i contratti di lavoro povero – cioè appunto a tempo determinato, stagionale, in somministrazione e a contratto intermittente. Contratti che per altro corrispondono all’82% del totale. Va un po’ meglio ai lavoratori extra-comunitari, quindi asiatici, africani, americani: per loro le assunzioni crescono del 12.1%, mentre la variazione dei contratti a tempo indeterminato è quasi nulla.
I settori che più assorbono forza lavoro in Sicilia
Entrando nel dettaglio della distribuzione settoriale, il rendiconto INPS ci dice che il 35% della forza lavoro si concentra soprattutto su due settori: istituzioni dello stato e commercio. I dipendenti statali in Sicilia corrispondo al 13.9% del totale, mentre nel settore del commercio troviamo un 11% di commercianti e un 10.5% di dipendenti nel commercio.
Del resto, essere dipendenti pubblici in Sicilia conviene. Infatti, se un dipendente privato (uomo) guadagna circa 82 euro al giorno, nel pubblico il guadagno giornaliero arriva intorno ai 135 euro. Non solo, il settore pubblico è l’unico che si allinea agli stipendi nazionale, nonché il solo che assottiglia il divario salariale tra uomini e donne.
Un dato interessante è poi quello sui servizi di alloggio e ristorazione, che raccoglie soltanto il 5.7% della forza lavoro. Eppure il settore turistico, secondo dati recenti, corrisponderebbe all’11.1% del PIL siciliano.
La situazione lavorativa di Trapani e provincia
La provincia di Trapani si allinea all’andamento generale della Sicilia. Nel territorio infatti il tasso di occupazione registra un +2.5%, passando dal 43.4% al 45.9% (la media regionale è di 44.9%). La disoccupazione si ferma invece al 12.5%, mentre scende del 2.4% il tasso di inattività (nel 2022 49.9%, nel 2023 47.5%).
Daria Costanzo