Tensioni all'Ars. Deputato FdI minaccia La Vardera. E continua lo scontro con De Luca
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Continua lo scontro tra Cateno De Luca e Ismaele La Vardera, passato al gruppo misto dopo avere abbandonato il gruppo nel quale fu eletto Sud chiama Nord.
Nella seduta Ars di martedì pomeriggio La Vardera è stato allontanato dall’Aula su richiesta del presidente Gaetano Galvagno, dopo avere alzato troppo i toni e accusato “i deputati di dare soldi alle madri”. La Vardera sapeva già che da lì a poco avrebbe portato tutto in tv, utilizzando anche le stanze del Palazzo come un set tv, con registrazioni al cellulare. In vero e proprio stile Iena.
Al termine dei lavori della seduta, Cateno De Luca ha chiesto chiarimenti su quanto dichiarato da Galvagno, che semplicemente ha esortato il capogruppo di ScN ad andare a leggere i verbali della commissione antimafia, tutti pubblicati sul sito dell’ARS. Da lì la solidarietà di
De Luca e dei colleghi del gruppo a Galvagno: “Nel Parlamento Siciliano abbiamo assistito a una “lezione di doppia moraleda parte dell’onorevole Ismaele La Vardera, dettata dalla sua reazione rabbiosa per non aver potuto partecipare alla conferenza dei capigruppo, non avendo alcun titolo per farlo. Il mondo gli è crollato addosso nel rendersi conto di quanta tolleranza hanno avuto i colleghi del Gruppo parlamentare Sud Chiama Nord al cospetto delle sue forzature e pretese, pur in assenza di titolo ed autorevolezza”.
I deputati De Luca, Giuseppe Lombardo e Matteo Sciotto continuano: “Per dirla in breve, con noi ha fatto tutto quello che ha voluto, nella speranza che questo potesse aiutarlo a capire che il Parlamento non è un set televisivo. Il presidente Galvagno, nell’acceso confronto avuto con Ismaele, gli ha ricordato le dinamiche sottese alla sua elezione alla vicepresidenza della commissione antimafia. Facendo esplicito riferimento a un procedimento penale a carico di Ismaele che, a norma di regolamento, non gli consentiva di assumere questo ruolo. A noi non interessa questo aspetto; lo lasciamo a chi della morale fa un uso improprio e strumentale a proprio piacimento. Tuttavia, è opportuno chiarire l’aspetto politico: La Vardera, contravvenendo a quanto stabilito all’unanimità dai due gruppi parlamentari Sud Chiama Nord e Sicilia Vera, allora formati da otto parlamentari, di non accettare ruoli all’interno delle commissioni, si è «venduto» per ottenere la vicepresidenza della commissione antimafia, non essendo riuscito a ottenere la presidenza che aveva preteso, pur non avendone i requisiti. Nonostante questo tradimento, che abbiamo attribuito alla sua inesperienza e alla classica ansia da prestazione da peones, abbiamo scelto di stendere un velo pietoso, nella speranza che la frequentazione del Parlamento e i buoni consigli, che non gli sono mai mancati, potessero farlo maturare e crescere”.
Ed è quello che poi De Luca ha portato sul palco del teatro Colosseum di Palermo, spiegando tutti i passaggi di Ismaele La Vardera alla Commissione antimafia. Per De Luca, che ha letto i regolamenti sul palco( sono visionabili qui: (https://www.ars.sicilia.it/commissioni/xviii-commissione-dinchiesta-e-vigilanza-sul-fenomeno-della-mafia-e-della-corruzione-sicilia), dice chiaramente che il deputato La Vardera avendo un processo in corso non poteva assumere il ruolo di vice presidente della Commissione stessa, presieduta da Antonello Cracolici. Ha potuto tuttavia rimanere in carica grazie a una sanatoria contenuta nell’articolo 6 del regolamento interno, articolo che viene approvato grazie al voto di 11 componenti, 5 astensioni e un assente( Michele Mancuso, pare proprio per un accordo tra i due, per evitare che l’articolo non venisse approvato). Scompare così l’incompatibilità.
De Luca la chiama “Legge salva La Vardera”, eppure dice ancora De Luca: “Nessuno ha fatto un Tik Tok, una diretta per mettere in evidenza questa porcheria. Nè maggioranza né opposizione. Lui-riferendosi a La Vardera- è recidivo perché strumentalizza. Con me il mestiere dello sciacallo e della iena non funziona”.
La questione portata prima con una allusione in Aula, martedì pomeriggio, e poi giovedì sera a Piazza Pulita, dal deputato La Vardera riguarda un deputato di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri. Secondo l’ex Iena soldi pubblici sono finiti al Progetto Teatrando, una associazione che ha sede nell’abitazione della madre del deputato regionale di Fdi, nel siracusano.
Si tratta di oltre 230mila euro in tre anni, ma poi c’è pure una società, la Abc Produzioni srl, che avrebbe ottenuto circa 95 mila euro, e a capo di questa società ci sarebbe la moglie Auteri.
La Vardera ha registrato la voce di Autieri mentre era in corso un dialogo privato tra loro e dove pare ci siano state delle minacce di Autieri al collega.
Ecco l'audio.
Il deputato meloninano si sente vittima di un attacco e di una provocazione politica: “Pur chiedendo scusa all’onorevole La Vardera per le parole utilizzate, però, non posso non evidenziare che le stesse sono state da me proferite a valle dell’ennesima provocazione rivoltami, insieme a una azione mirata, continua e insistente, logorante con il solo e mero obiettivo di attaccare la mia persona e il mio percorso politico e ha visto me e i miei affetti più cari (mia moglie e mia madre) oggetto di una sorta di persecuzione nelle ultime settimane”.
Ha poi aggiunto: “A seguito del servizio andato in onda nel programma Piazza Pulita su La 7, ancorché ritenga un fatto grave quello di essere stato oggetto, a mia insaputa, di una registrazione da parte dell’on. Ismaele La Vardera, posta all’attenzione dei giornali senza registrare le provocazioni pesanti e personali rivolte alla mia famiglia, riconosco e rinnego i toni da me utilizzati durante quel colloquio”.
Sulla faccenda dei contributi pubblici Auteri specifica: “Sono sereno riguardo a tutta la vicenda che riguarda la concessione di contributi in quanto tutte le procedure hanno seguito un percorso lecito all’interno del quadro normativo che le governa, secondo le competenze degli uffici preposti. Specifico inoltre che i fondi ottenuti elencati nel servizio si riferiscono al periodo covid. Nel merito della concessione del contributo mi sono attenuto alla legittima prerogativa di ogni deputato, compreso il collega La Vardera, che ha scelto, per la propria parte, a chi destinare i fondi all’interno del maxi emendamento oggetto della discussione”.
Per Michele Catanzaro, capogruppo Ars dem, e il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, “Il metodo Auteri è la punta di un iceberg, è questo il modo in cui il centrodestra costruisce consenso in Sicilia, dove ancora una volta emerge il ‘sistema Fratelli d’Italia’: dopo Cannes e SeeSicily con i milioni di euro inghiottiti nei meccanismi dei finanziamenti al turismo, ecco i soldi alle associazioni dei familiari dei deputati meloniani.Il partito di Giorgia Meloni continua a scambiare la politica per un ‘affare di famiglia. Ci aspettiamo una presa di posizione dei responsabili di Fdi in merito a questa vicenda. Così come è necessario un controllo, anche da parte dei vertici dell’assessorato regionale, sulle procedure adottate per questo finanziamento”.
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