Non c'è pace per Angela Grignano, la giovane trapanese che cinque anni fa rimase gravemente ferita nell'esplosione di Parigi. Domani la attende il decimo intervento chirurgico al piede sinistro, un calvario che sembra non avere fine. Ma a rendere ancora più difficile la sua situazione si aggiunge un nuovo problema: l'ascensore del suo palazzo sarà guasto per le prossime quattro settimane a causa di lavori di manutenzione.
Angela abita all'ottavo piano di un edificio con scale a chiocciola "orribili", come lei stessa le definisce. Impossibilitata a salire le scale autonomamente dopo le operazioni subite, si è vista costretta ad accettare una soluzione di fortuna proposta dall'agenzia che gestisce il suo appartamento: essere trasportata su una sedia da tre persone con un sistema "fai da te" a dir poco precario.
"Non vi dico la paura, il terrore di cadere - racconta Angela, sfogando la sua frustrazione -L'agenzia preferisce risparmiare invece che assicurarsi l'incolumità degli inquilini. Io che sono una vittima di negligenza sul lavoro, sono nuovamente vittima di una sottovalutazione da parte di un’agenzia che sceglie cose economiche più che sicure. Assurdo per questa volta è andata bene, ma non po farò mai più. Preferisco stare a casa".
Una situazione paradossale che si aggiunge al dramma vissuto dalla giovane trapanese, che dopo l'esplosione del 2019 ha subito otto interventi chirurgici senza ottenere una completa guarigione. Ancora oggi, insieme alle famiglie delle vittime e agli altri feriti, attende un risarcimento dalle autorità francesi.
"Al peggio non c'è mai fine e io sono davvero tanto stanca", conclude Angela. Un appello accorato che mette in luce non solo le difficoltà di una giovane donna segnata da un tragico evento, ma anche le mancanze di un sistema che sembra non essere in grado di garantire assistenza e supporto a chi ne ha bisogno.